Per i Legionari di Cristo si riparte dall’anno zero. Dopo gli scandali sessuali del fondatore, padre Marcial Maciel Degollado, si è aperto a Roma il Capitolo generale straordinario che dovrà dare alla congregazione nuove costituzioni e nuovi vertici. “La sofferenza vi ha purificati e maturati, ora guardate al futuro in modo sereno e fiducioso”. Lo ha affermato il cardinale Velasio De Paolis, delegato pontificio dei Legionari di Cristo, nell’omelia della Messa che ha aperto il Capitolo generale dopo un lungo cammino di rinnovamento durato tre anni e mezzo voluto da Benedetto XVI. “Avete sofferto la vergogna di essere accusati, guardati con sospetto anche all’interno della Chiesa, – ha proseguito il porporato – ma avete saputo accettare questa sofferenza per amore della vostra vocazione, per amore della Chiesa e della Legione”.
A dispetto degli scandali sessuali di padre Maciel, la sua congregazione è oggi tra quelle con il maggior numero di vocazioni al mondo. Autore di numerosi abusi sui suoi seminaristi, Maciel, come racconta John Thavis, vaticanista del Catholic News Service, nel suo libro “I diari vaticani” (Castelvecchi), al momento della sua morte aveva almeno cinque identità diverse. “Come Raúl Rivas – scrive Thavis – era l’amante di Norma Hilda e il padre di sua figlia a Madrid. Durante i suoi ultimi giorni in Florida – prosegue il giornalista americano – i suoi segretari personali avevano ricevuto istruzioni di liquidare queste identità e i fondi fiduciari, le proprietà e i conti in banca a esse associati e sparsi in tutto il mondo, un patrimonio personale segreto stimabile intorno ai trenta milioni di dollari”.
Prima che “nuestro Padre”, come Maciel veniva chiamato nella sua congregazione, morisse, al suo capezzale si presentarono la moglie e la figlia che si chiama anche lei Norma come la madre. Maciel non le fece allontanare e disse ai suoi assistenti: “Voglio stare con loro”. “La comparsa dell’amante e della figlia di Maciel – racconta Thavis – allarmò molto i suoi collaboratori, tanto che fu chiamato subito il quartier generale della Legione a Roma, e in breve tempo i dirigenti dell’ordine erano accalcati nella stanza di Maciel, a Jacksonville, assieme alle due Norma. E a un esorcista: qualche assistente di Maciel aveva ritenuto che questo improvviso rifiuto delle cose religiose potesse essere opera del diavolo. Verso la fine, Maciel rifiutò di confessare i suoi peccati disperando del perdono di Dio, e quando un fratello Legionario cercò di ungerlo con l’olio santo, gridò: ‘Ho detto di no!’”.
“Quando Benedetto XVI ha nominato il delegato pontificio dei Legionari – ha spiegato il cardinale De Paolis – aveva già emesso sul bollettino ufficiale un giudizio severo sull’operato del fondatore della Legione, ma non tale da distruggere la stessa realtà: se il Papa nomina un delegato, implicitamente nega che si debba dare un giudizio sostanzialmente negativo sulla stessa Legione. Lui stesso, – ha aggiunto ancora il porporato – all’inizio della bolla di nomina, dice: ‘Vi sono un gran numero di sacerdoti zelanti e impegnati nel cammino di santità’”. Un cammino lungo quello di profondo rinnovamento che ha visto come protagonisti i Legionari, che per sopravvivere nella Chiesa hanno dovuto rinnegare il loro fondatore. Ora il nuovo testo delle Costituzioni della congregazione dovrà essere sottoposto a Papa Francesco a cui spetta l’approvazione definitiva. “Bergoglio – ha sottolineato De Paolis – è stato molto attento, molto vicino e vuole giustamente seguire il cammino che stiamo percorrendo, perché, queste sono le sue parole, ‘sente la grande responsabilità, come successore di Pietro, di accompagnare la vita religiosa e consacrata’”.
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