Tempo fa scrissi della pubblicità televisiva in cui una associazione di avvocati è pronta alla denuncia entro dieci anni da un eventuale caso di malasanità. Scrissi che certamente queste pubblicità non possano fare bene alla fiducia reciproca che deve instaurarsi necessariamente e che ledono alla base il rapporto medico-paziente che a mio avviso occorrerebbe rifondare partendo dalla medicina del territorio. Questa pubblicità è tornata in questi giorni su diverse emittenti.
Faccio il perito per il Tribunale di Milano da diversi decenni e redigo atti di perizia che, nella maggior parte dei casi, non hanno fondamento di causa. Spesso telefono ad avvocati che mi inviano pazienti per dirgli che, secondo me, non occorre fare una perizia in quanto non ci sono le basi per una denuncia. Via via il numero delle perizie di parte si sono diradate ma a me non pare corretto far spendere soldi quando non ci sono danni clinici. Forse l’onestà mal si accompagna alla necessità di “far causa” che con le lungaggini giudiziarie porta comunque, non al cittadino, incassi. Insomma la legge che “un colpo di frusta”, nel caso di danno postraumatico ortopedico, si paga sempre esiste ancora e si alimenta anche con spot televisivi.
Ma occorre stare attenti perché nel giro di breve potremmo dover andarci a curare dai… magistrati perché ci sarà un netto abbassamento degli studenti di Medicina soprattutto in alcune specializzazioni. Ci sarà un aumento della spesa sanitaria per aumento della medicina difensiva e per l’aumento delle assicurazioni sanitarie professionali fino all’impossibilità di assicurarsi e quindi di curare. Pensate che la mia assicurazione professionale, comune a circa 7000 oculisti della Società Oftalmologica Italiana, quest’anno è aumentata del 50%!
Fermo restando che occorre controllare e punire chi usa “il camice” per propri interessi personali, a prescindere dal paziente, a mio avviso occorre anche difendere e sviluppare, ancor più in sanità, i principi del vivere comune. Se mancano alla base i principi costituzionali continueremo ad avere casi eclatanti come quelli noti della casa di cura S. Rita di Milano e, ultimamente, Stamina.
Ad esempio mi domando come possa essere il rapporto con il loro medico di fiducia di quelle numerose famiglie che sono state ingannate da Vannoni. Avranno chiesto semplicemente il parere? Se ci fosse stata stima, comprensione e disponibilità condita con la fiducia e con controlli accurati questi impostori non avrebbero possibilità di vivere e periodicamente ripresentarsi. Ormai Vannoni è nella fase finale ma pensate quanto, anche in questo caso, i media abbiano influito per farlo sviluppare e, fortunatamente, ridimensionare in attesa che la magistratura chiuda l’inchiesta. Pensate che lo scopo di queste persone era di raggiungere la possibilità di mutualizzazione totale del metodo con una spesa sanitaria di 1 miliardo di euro annuo, pari all’1%, favoriti da intrecci politici che hanno autorizzato questo trattamento in un ospedale pubblico.
Ieri sera a Presa diretta hanno finalmente fatto vedere quali sono le vere “iene” ed un miliardo di euro per la “cioccolata”, come ha detto un noto scienziato, è veramente assurdo. In tutto ciò i cittadini-pazienti sono gioco di forze spesso oscure gestiti da interessi personali, politici, economici che nulla hanno a che vedere con la scienza e la coscienza della cura. Occorre curare questa sanità malata e controllare che nessuno abusi della possibilità di dare salute a chi ne ha bisogno, lontano dai media e dalle aule dei tribunali.