Potrebbe essere un primo passo verso la libertà. Il presidente della Repubblica si augura “che sia l’esame della richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena, sia la procedura per la grazia siano condotte in tempi commisurati alla gravità delle condizioni di salute di Vincenzo Di Sarno“. Giorgio Napolitano interviene sul caso del ragazzo 35enne malato di tumore al midollo e rinchiuso nel carcere di Poggioreale a Napoli. Di Sarno è in cella da oltre 4 anni per una condanna a 16 anni ricevuta in Appello per omicidio. Pochi giorni fa aveva inviato una lettera al capo dello Stato scrivendo che “avrebbe preferito l’eutanasia piuttosto che morire in cella”. La madre, Maria Cacace, commenta: ”Ringrazio il presidente Napolitano, spero non sia troppo tardi per Vincenzo e che ora si faccia presto perché non può attendere”.
La prima domanda di grazia era stata presentata dalla madre del detenuto il 12 settembre 2013, mentre la condanna del figlio non era ancora definitiva e dunque non poteva essere oggetto di esame per l’eventuale provvedimento di clemenza. “L’avvio dell’istruttoria su una successiva domanda è stato quindi possibile presso il ministero della Giustizia soltanto dopo il 19 novembre 2013”, precisa il Quirinale.
Napolitano chiede che l’esame della richiesta e la procedura per la grazia siano “condotte in tempi commisurati alla gravità delle condizioni di salute di Vincenzo Di Sarno”. “Pur consapevole che il reato commesso dal detenuto in questione è stato fonte in altri di dolore che merita rispetto e considerazione”, si legge in una nota della Presidenza della Repubblica. Napolitano segue la vicenda del ragazzo e “nel frattempo, la Presidenza della Repubblica ha chiesto e ottenuto dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del ministero della Giustizia la garanzia che le condizioni di salute di Vincenzo Di Sarno siano costantemente ed adeguatamente controllate. In contatti con l’Ufficio del Garante diritti dei detenuti della Campania, è inoltre emersa l’opportunità di attivare anche, dinanzi alla magistratura di sorveglianza, la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena carceraria a causa delle condizioni di salute”, conclude la nota.
La madre accoglie positivamente l’intervento di Napolitano: “E’ già qualcosa rispetto al silenzio che è calato sulla nostra vicenda – sottolinea la signora Cacace – e mi fa piacere che il presidente si sia interessato, ma la situazione sta precipitando. Bisogna fare presto. In carcere non curano la sua patologia; il suo stato di salute è incompatibile con la condizione carceraria sin dal primo giorno ma il tribunale del Riesame ha sempre rigettato la nostra istanza di scarcerazione”. La donna racconta di aver visto Vincenzo venerdì: “E’ arrivato al colloquio strisciando, è ridotto a un vegetale. Non c’è più tempo da perdere, siamo già in ritardo”.