Le associazioni di categoria contestano la facoltà per le assicurazioni di scegliere la carrozzeria e il divieto di cessione del credito dall'assicurato all'officina. "Metà delle imprese chiuderanno, le altre diventeranno fiduciarie con il cappio al collo delle compagnie", spiega il presidente di Confartigianato carrozzieri
Non solo gli automobilisti si accorgono delle brutte sorprese del decreto Destinazione Italia. I carrozzieri stanno manifestando di fronte a Montecitorio per protestare contro le norme sulle polizze Rc auto contenute nel provvedimento. Il decreto, infatti, non solo cancella di fatto i risarcimenti per colpo di frusta, stress post traumatico e lesioni non riscontrabili via Tac: nel testo sono previste la facoltà per le assicurazioni di scegliere la carrozzeria e il divieto di cessione del credito dall’assicurato al carrozziere. Norme che contestano le associazioni di categoria Cna, Confartigianato e Casartigiani: secondo le associazioni, metterebbero a rischio le 17mila imprese del nostro Paese e 60mila posti di lavoro.
“Con le nuove norme contenute nel destinazione Italia la metà delle 17 mila carrozzerie indipendenti italiane chiuderanno, le altre diventeranno fiduciarie con il cappio al collo delle assicurazioni come avviene in Inghilterra”, ha spiegato il presidente dei Confartigianato Carrozzieri, Silvano Fogarollo. “Questa è una giornata di sensibilizzazione – ha proseguito – per chiedere al Parlamento di togliere la norma che dà potere alle assicurazioni di scegliere il carrozziere, dando ancora più potere al soggetto dominante che così controllerà anche le riparazioni e togliendo la possibilità di scegliere ai cittadini”. Non solo. Per Fogarollo “sono da modificare anche le regole sulla riparazione in forma specifica, cioè senza risarcimento ma solo con riparazione in officina convenzionata, e quella che vieta la cessione del credito dall’assicurato al carrozziere”.