E' durato tre ore l'interrogatorio di garanzia per il "Re della Monnezza", arrestato lo scorso 7 gennaio insieme ad altre sei persone con l'accusa di associazione a delinquere
“Io ho salvato Roma dal caos rifiuti, in questa materia sono l’oracolo“. Si è difeso così Manlio Cerroni, proprietario della discarica di Malagrotta, nel corso dell’interrogatorio di garanzia durato circa tre ore. Cerroni ha risposto a tutte le domande del gip Massimo Battistini, smentendo di essere a capo di un’associazione per delinquere.
Il “Re della monnezza” è stato arrestato insieme ad altre sei persone (imprenditori e funzionari pubblici) lo scorso 7 gennaio, nell’ambito dell’inchiesta dei carabinieri del Noe di Roma sulla gestione dei rifiuti nel Lazio. Secondo l’inchiesta della Procura capitolina, che ha portato ai domiciliari Cerroni, si trattava di un “sodalizio criminale in grado di condizionare l’attività dei vari enti pubblici coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel Lazio, a partire dalla Regione”.
Il proprietario di Malagrotta respinge le accuse e rimane convinto di essere un “salvatore”. “Dovreste farmi un monumento – ha proseguito davanti al gip – per quello che in questi anni ho fatto in tema di rifiuti. Nonostante un sistema burocratico folle ho evitato che a Roma si creasse una emergenza come quella vissuta in Campania”.
Si è tolto poi qualche sassolino dalla scarpa e ha affermato che non era lui a cercare la politica ma erano i politici a cercare lui in quanto punto di riferimento in tema di smaltimento di rifiuti. L’imprenditore ha smentito con forza di essere a capo di una associazione per delinquere che sfruttava l’emergenza di Malagrotta per ottenere il via libera ai siti alternativi di Albano Laziale e Monti dell’Ortaccio.
Al termine dell’interrogatorio di garanzia, l’avvocato Giorgio Martellino, che difende l’imprenditore insieme a Bruno Assumma, ha spiegato che “Cerroni ha chiarito tutto dando la sua versione. Ci sono 100 faldoni da esaminare e non sarà semplice preparare un ricorso al riesame come vorremmo”.
“Presenteremo – hanno annunciato i legali – una memoria. Nessuna istanza per ora”. Quindi neanche la richiesta di scarcerazione. “Dobbiamo – aggiungono Assumma e Martellino – valutare quello che il nostro assistito ha detto oggi”. “L’interrogatorio è andato bene – hanno assicurato – e ora dobbiamo valutare” come procedere.