Eleonora ed Alberto sono due ricercatori, che esercitano la loro attività lontano dall’Italia. Eleonora è ricercatrice al Center for Intellectual property ad information law di Cambridge nel Regno Unito, Alberto esercita la propria attività a Londra.
Entrambi sono giovani, ed entrambi sono ricercatori per cosi dire “pro-copyright”, quindi nessuno può “tacciarli” di estremismo da eccesso di diritti civili o altro.
Perché parlo di loro?
Perché sono oggi, per qualche ore forse, il simbolo di un Italia diversa.
Un’Italia che lavora ogni giorno anche se al di là dei confini, e che proprio per questo forse non è imbevuta dell’opportunismo, della paura di che attanaglia i nostri giovani davanti ad un potere che sembra insormontabile.
Un potere che spesso è gravido di conflitti di interesse e di convenienza spacciata per necessità.
Succede che ieri, nel più assoluto silenzio del mainstream tradizionale, e dopo un dibattito durato molti mesi, il presidente dell’Agcom, Cardani, vada in audizione davanti alle Camere per spiegare il regolamento Agcom sul web varato, tra le polemiche il 12 dicembre scorso.
Tra le altre cose Cardani cita una lettera della Commissione europea che si sarebbe congratulata con Agcom.
Nessuno però vede questa lettera, cosi come nessuno ha potuto vedere i pareri dei giuristi che avrebbero legittimato l’Autorità nella sua azione regolatoria.
Il Presidente della Commissione cultura Giancarlo Galan di Forza Italia al termine dell’Audizione, nonostante la richiesta di molti deputati di tutti gli schieramenti, nega gli interventi per ragioni di tempo, rimandando ad un futuro dibattito, che però non fissa, una discussione fondamentale per la libertà della rete in Italia.
Il tutto peraltro ripreso dalla web tv della Camera, quindi immediatamente verificabile da ognuno di noi.
Cardani insiste sull’equilibrio della normativa e, sul suo non toccare altre categorie eccetto i pirati.
Sfortuna vuole che nelle stesse ore il Consiglio nazionale degli architetti, rinunciando a svolgere un servizio di aggiornamento imprescindibile per le categorie professionali, decida pubblicamente di cancellare la rassegna stampa ai propri iscritti a causa della Regolamentazione dell’Agcom.
Il Consiglio Nazionale degli Architetti è un pirata?
Ancora più sfortuna ha voluto che i ricercatori summenzionati, con una semplice email, chiedessero alla Commissione la copia della lettera di osservazioni con la quale la Commissione si sarebbe “congratulata” con Agcom.
E la Commissione europea, semplicemente rispondesse senza tante formalità, come dovrebbe accadere in ogni democrazia.
Diviene quindi disponibile, qualche ora dopo l’audizione la lettera che secondo il presidente Cardani conterrebbe le congratulazioni al nuovo regolamento Agcom.
E che per prima l’Agcom, che la cita, dovrebbe produrre.
La lettera è in inglese ma stralci in italiano erano già disponibili qui.
Ognuno può rendersi conto con i propri occhi se la Commissione si sia congratulata o no con Agcom.
Secondo i due ricercatori il Presidente dell’Autorità avrebbe omesso alcuni passi fondamentali nel parlare della lettera.
La lettera della Commissione infatti evidenzierebbe gravi dubbi sulla tutela dei diritti fondamentali nella procedura di rimozione e si concluderebbe con l’ammonizione, in caso di modifiche a rinotificare il regolamento alla Commissione.
Molti passaggi sono critici nei confronti di Agcom.
I due ricercatori hanno avuto coraggio.
Il coraggio che ha spinto (e spinge) tanti non più giovani a ricercare la verità e a non accettare compromessi al ribasso.
Ecco perché l’Italia di oggi, (e di domani) a cui mi sento di appartenere, è l’Italia di Alberto, Eleonora, Juan Carlos, Luca, Arturo, Marco, di Anna, Mirella, Maria, Dino, Giovanbattista e di tanti giovani (e meno giovani) che lavorano volontariamente per l’affermazione della verità e dei diritti civili.