Ricordate quel breve periodo a cavallo fra l’epoca beat e l’epoca hippy, quando si era scatenata una grafica con “effetti ottici“? Forme concentriche con colori complementari che producevano un movimento e dei lampeggiamenti che richiamavano forse gli effetti di qualche droga. Questi motivi grafici invasero tutto, dalle magliette, alle borse, ai ciondoli, alle copertine dei dischi, e perfino i film collegati a quei dischi come “Yellow Submarine” dei Beatles. Era il passaggio dalla moda pop alla psichedelia.
Sembrerebbe che quella grafica stia tornando. Il primo esempio è il logo della città di Bologna il cui stile ho già definito “cattocomunista psichedelico” (un ossimoro, considerando per quanto tempo il Pci, poi Pd, si sia opposto alla liberalizzazione delle droghe leggere). Sembrava un episodio isolato fino a ieri quando è stato presentato il logo del Padiglione Italia firmato dall’agenzia Carmi & Ubertis di Milano. Non c’è gran che da dire al riguardo oltre alle reazioni di delusione che ha già suscitato.
Però vi invito a fare un esperimento. Provate a fissare per qualche minuto il centro del logo. A un certo punto vedrete muoversi tutto. Naturalmente, è un’illusione ottica. Ma se l’Italia vuole comunicare al mondo di essersi rimessa in movimento mentre in realtà è ferma come prima, allora il logo è perfetto.
Nota