Oltre 1400 euro di sanzione per aver messo un calcio balilla a palle libere nel proprio locale. "Ci vuole il permesso come con il gioco d'azzardo", spiegano i vigili. Il presidente della Regione Veneto sostiene il barista. Per Gianfranco Bettin, assessore alle politiche giovanili del Comune di Venezia, è un problema di norme e regole da adeguare e chiarire
Ci aveva giocando, e perso, Mario Balotelli. Avevano rullato ballerini russi e fatto ganci teatranti di ogni dove. Così ben frequentato, il biliardino de ‘Il palco’ di Mestre di popolarità ne aveva già molta. Ne avrebbe evitata altra soprattutto il suo proprietario, Stefano Ceolin che gestisce il locale in piazzetta Cesare Battisti, in pieno centro a Mestre.
Per lui si è chiusa nel modo più beffardo una storia iniziata un paio di anni fa. Era il 2011 quando Stefano decide di mettere nel suo bar un tavolo per il calcio balilla. “Io passo tutta la mia giornata al lavoro qui dentro e così, un po’ per piacere mio e un po’ dei clienti ho deciso di mettere questo svago. Ma rigorosamente senza gettoniera, perché a me non interessava guadagnarci”, chiarisce Ceolin.
Si dice “biliardino a palle libere”, che escono automaticamente dopo il gol senza metterci soldi o gettoni. Ceolin, racconta, va negli uffici del commercio comunali che casualmente stanno al piano di sopra e chiede se è necessaria un’autorizzazione per installarlo. Gli rispondono di no perché il gioco non genera ricavi. Passano poche settimane e i vigili entrano nel bar, vedono il calcetto, constatano l’assenza del permesso e compilano una multa da 1200 euro. “A quel punto torno agli uffici del commercio – spiega il gestore – e loro mi fanno vedere il modulo. Lì c’è scritto chiaramente che il permesso è necessario solo per i giochi d’azzardo leciti attivabili con moneta o gettoniera. Questa è la dicitura esatta e non era il mio caso perché il calcetto era gratis”.
Ceolin fa ricorso in prefettura e aspetta. La risposta arriva solo pochi giorni fa: rigettato perché privo di argomentazioni valide. La multa viene così accresciuta del 20% e supera i 1400 euro. Il prossimo grado di giudizio è rappresentato dal giudice di pace, ma Ceolin a questo punto si tira indietro.
“Il palco” non è un locale qualunque a Venezia. E’ a due passi dal teatro Toniolo e gli artisti che passano in città si fermano sempre lì. Mangiano, bevono e spesso giocano a calcetto, come testimoniano le foto appese. “In questi anni abbiamo ospitato concerti, dibattiti e presentazioni di libri – spiega Stefano Ceolin – Più che un bar e ristorante ho cercato di trasformarlo in un centro culturale, un punto di riferimento per il quartiere. Quando ho deciso di mettere il calcio balilla pensavo proprio a questo. E ha avuto un successo enorme: in pausa pranzo ci sono gli avvocati e gli impiegati che si portano il cambio dei vestiti per giocare in libertà”. Al Palco sono invece bandite le macchinette mangiasoldi che Ceolin considera “una forma di concorrenza sleale” che rovina la gente.
Per questo motivo il 5 aprile sarà premiato da Slot Mob. Nella sua tappa veneziana la sigla che riunisce numerose associazioni impegnate contro il gioco d’azzardo lo ha scelto per il suo impegno civico e la promozione dei giochi sani. Quelli che gli sono costati 1400 euro di multa. All’evento ci saranno le autorità cittadine e Ceolin è stato invitato a mettere il calcetto nella piazza davanti al teatro per fare giocare tutti quanti.
La sanzione gli ha dato fastidio, ci mancherebbe, “anche se non è la prima multa paradossale che prendo”, dice il proprietario de “Il palco”. Nell’elenco figurano una multa per avere dato da mangiare qualche minuto dopo l’orario di chiusura ai ballerini della compagnia americana ‘Momix’ che avevano fatto tardi con il loro spettacolo. O per avere fatto risuonare ‘We are the champions’ nel parcheggio fuori dal locale all’arrivo della squadra di basket femminile dopo la vittoria della Coppa Italia. “Non credo che ci sia un accanimento nei miei confronti, non voglio fare la vittima. Penso solo che manchi il buon senso nel fare applicare le regole. E che troppo spesso l’unico obiettivo sia quello di fare cassa con le ammende. Di questi tempo però – conclude – le multe pesano e neanche poco”.
A fianco dell’imprenditore numerosi politici. “Io sto con Ceolin e mi auguro che torni a prevalere il buonsenso”, scrive sulla sua pagina Facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. “Ma che Paese è quello che con una mano premia chi rinuncia a un tornaconto personale rifiutandosi di installare nel proprio locale delle macchinette mangiasoldi e con l’altra lo castiga per aver offerto gratuitamente uno svago innocuo alla propria clientela?”, chiede il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, incredulo di fronte alla vicenda di Ceolin. Non è un problema di vigili bensì “di norme e regolamenti da adeguare e chiarire – spiega Gianfranco Bettin, assessore alle politiche giovanili del Comune di Venezia – Al di là del puro buon senso che va sempre applicato, è evidente che una vicenda come questa non possa essere caricata (o scaricata) sui vigili urbani che applicano le norme”. E’ su queste ultime quindi, per Bettin, che va concentrata “la massima attenzione, affinché vengano modificate in modo da evitare vicende surreali ma, appunto, radicate nelle norme vigenti, come quella del Palco”. Per evitare, dunque, che locali e gestori “capaci di proposte di qualità e di forte sensibilità culturale, sociale e civile, come quelli del Palco, ne paghino le conseguenze”.