“La domenica, uno dovrebbe serenamente stare a casa a godersi la famiglia, ma per colpa di 9 consiglieri comunali farabutti siamo costretti a stare qua”. Quando Iaia Calvio, ormai ex sindaco di Orta Nova in provincia di Foggia, inizia il suo comizio-denuncia da un palco, nessuno immagina che sta per scoperchiare un pentolone di pressioni e interessi. Calvio, con toni talvolta esasperati, racconta tutto quello che ha dovuto tollerare in 2 anni e mezzo di amministrazione. “Abbiamo provato – spiega – a bonificare la città dalla malapolitica e dal clientelismo. Abbiamo tentato di liberarci dal sistema che si basava su tre perni: politica, imprenditoria e studi tecnici. Ma ogni giorno, io e gli assessori – continua – abbiamo subito pressioni di ogni genere: sugli appalti, sugli incarichi, sui servizi. Consiglieri che hanno apertamente chiesto assunzioni nelle imprese vincitrici di appalti, lavori per ditte amiche e contributi da chi otteneva incarichi tecnici”. La donna parla anche di “dirigenti insipienti” che in dieci anni hanno guadagnato, oltre allo stipendio, somme tra i 55 e i 73mila euro. Poi punta il dito contro alcuni uffici come l’ufficio protocollo “diventato la gola profonda dei sabotatori che ieri mattina hanno pensare di andare a firmare da un notaio”. Non risparmia le battute sarcastiche nei confronti dei suoi oppositori: “Non sapevano mettere nemmeno una X su un foglio: devono aver fatto dei passi avanti”. Parole che non sono passate inosservate. Qualche ora dopo il comizio, infatti, Iaia Calvo è stata convocata dai carabinieri e ascoltata come persona informata sui fatti, pronta a ripetere tutto davanti alla Procura della Repubblica di Francesco Casula e Gisella Ruccia
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