Uccise una prostituta di 31 anni con 23 coltellate e gettò il corpo senza vita in un canale di campagna. Ora, dopo una condanna in primo grado a 18 anni, la corte d’Assise di appello di Bologna in secondo grado ha ridotto ulteriormente la pena a 16 anni di reclusione. La lettura della sentenza a carico di Sergio Rubini, un artigiano di Voghiera, nel ferrarese, è avvenuta nel primo pomeriggio di mercoledì 15 gennaio.
Il 4 giugno 2013 il giudice per le udienze preliminari di Ferrara nell’applicare la pena all’omicida aveva concesso un terzo di sconto, automatico nei casi di rito abbreviato. Così gli anni di carcere inflitti erano stati 18, rispetto ai 27 totali previsti: 24 per l’omicidio e tre per l’occultamento di cadavere. Ora però la corte ha applicato un ulteriore sconto portando la condanna a 15 anni per l’omicidio volontario e a un anno per l’abbandono di cadavere.
La notte del 2 gennaio 2012 Rubini, 54 anni, uccise a Chiesuol del Fosso Lenuta Lazar, che da un mese si prostituiva per le strade della zona; poi l’assassino trasportò il corpo sul suo furgone fino a Ostellato, dove lo buttò da un ponte dentro un canale, lo stesso in cui si recava spesso a pescare. Infine, liberatosi dei vestiti della donna e del coltello a serramanico usato per ucciderla in un improvviso raptus, lavò e riverniciò il furgone nel tentativo di fare scomparire ogni traccia. Il giorno dopo il delitto, preso probabilmente da rimorso, Rubini tentò di suicidarsi mettendosi alla guida del furgone dopo essersi imbottito di farmaci, finendo così per schiantarsi. Arrivato in ospedale dopo l’incidente stradale, di fronte al padre e ai parenti venuti a fargli visita arrivò la confessione dell’omicidio e poi l’indicazione del posto esatto dove era stata gettata la donna che fu ritrovata con indosso solo la biancheria intima.
A Rubini anche in secondo grado è stata riconosciuta solo la aggravante della recidiva. Prima del delitto commesso nel 2012, negli anni Ottanta l’uomo era stato infatti condannato per lesioni gravissime ai danni di un’altra prostituta, mentre negli anni Novanta era finito in tribunale per il tentato omicidio ai danni della moglie. Rubini era peraltro consapevole del suo stato psicologico, soprattutto dopo la separazione dalla coniuge, avvenuta poco prima dell’omicidio di Lenuta Lazar. La settimana successiva al delitto, si venne poi a sapere, Rubini avrebbe dovuto incontrare uno psichiatra. Tuttavia sia in primo che in secondo grado i giudici non hanno voluto riconoscere la seminfermità mentale, come chiesto dalla difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Cinzia Rizzatello di Ferrara. Il presidente della giuria, Pierleone Fochessati entro 60 giorni renderà note le motivazioni che hanno portato all’ulteriore sconto di pena.