Un ricercatore italiano, Luigi Michaud, 40 anni, del dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali dell’università di Messina, è morto durante un’immersione nel tratto di mare che si trova davanti alla base antartica italiana “Mario Zucchelli”, a Baia Terra Nova in Antartide. A comunicarlo è l’Enea, agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo ecosostenibile.

Secondo le informazioni fornite Michaud (foto dal profilo Facebook, ndr) ha avuto un malore mentre era in acqua. È la prima volta che un ricercatore italiano muore in Antartide nella storia delle spedizioni italiane. “Stava svolgendo attività scientifica subacquea per il prelievo di campioni marini. – spiega il capo della spedizione italiana Franco Ricci -. Nonostante le misure di sicurezza e l’immediato intervento della squadra di soccorso, ogni tentativo di mantenerlo in vita è stato vano”. Sull’accaduto, a quanto si apprende, è in preparazione una relazione che sarà trasmessa al ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Maria Chiara Carrozza. Che ha espresso “profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia del dottor Michaud e a tutta la comunità universitaria di appartenenza del ricercatore”.

Nato il 5 ottobre 1974, Michaud lascia la moglie e due figli. Si era laureato in Scienze biologiche nel 2001 e nel 2007 aveva conseguito il dottorato in Scienze ambientali e dal marzo 2010. Nel corso della sua attività scientifica aveva già partecipato ad altre spedizioni in Antartide.

“A nome di tutta l’Università di Messina – scrive il rettore Pietro Navarra – esprimo il più sentito cordoglio, in particolare alla moglie Angela e ai piccoli Carlo e Sophie, per la gravissima perdita. L’idea di una giovane vita interrotta così tragicamente e prematuramente, ci addolora e ci lascia attoniti. Allo stesso tempo, l’amore per la ricerca e la scoperta, che ha sempre animato e spinto l’attività del dottor Luigi Michaud, non può che rappresentare un esempio assoluto per tutti noi. Ed anche per questo non dimenticheremo la sua figura e faremo di tutto per onorarla nel modo migliore”. I colleghi del dipartimento di Scienze biologiche e ambientali scrivono: “Non potremo mai dimenticare le doti umane e morali di Luigi, che sempre riusciva ad associare la sua grande statura a una simpatia unica nel suo genere. Ieri, quel mare dell’Antartide che Luigi amava, con un amore incondizionato, lo ha cullato durante un immersione scientifica come tante altre volte, ma purtroppo in questa occasione gli è stato fatale”.

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