Il giornalista Alessandro Bozzo si è tolto la vita la sera del 15 marzo del 2013. Fra i motivi del gesto estremo vi era anche il rapporto di lavoro: Bozzo fu costretto, secondo la procura di Cosenza, a dimettersi dal giornale ‘Calabria Ora’ e accettare un contratto a tempo determinato con un’altra società rinunciando a ogni diritto di rivalsa. Ora la procura – come riporta oggi Il Quotidiano della Calabaria – “ha applicato la citazione diretta in giudizio che equivale – si legge – ad un rinvio nei confronti dell’editore Pietro Citrigno con l’accusa di violenza privata nei confronti di Alessandro Bozzo morto suicida il 15 marzo dello scorso anno. Secondo i pm l’editore avrebbe costretto il giornalista a dimettersi causandone uno stato depressivo“. Bozzo quando si è tolto la vita aveva da poco compiuto 40 anni, si uccise nella sua casa di Marano Principato, era sposato e padre di una bambina. Il cronista a ottobre del 2010 era comparso anche in una puntata di Anno Zero (Rai2) che Michele Santoro aveva dedicato ai giornalisti calabresi che avevano ricevuto minacce. Ve lo riproponiamo. L’intervento di Alessandro è al minuto 2 e 23 secondi