Spesso mentre in Italia deputati e ministri pensano agli affari/problemi loro, in Europa si prendono decisioni che contano.
Oggi, mentre il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo è impegnata a far luce sulla propria situazione personale, tra case, masserie, telefonate e mozioni di sfiducia (accuse ancora da dimostrare), al Parlamento europeo di Strasburgo è stata votata un’importante risoluzione che chiede al Consiglio Ue (istituzione che rappresenta i governi nazionali) di bloccare l’autorizzazione del mais Ogm 1507 della Pioneer. La risoluzione si mette di traverso alla proposta della Commissione europea di autorizzare la coltura di questo mais in Europa, un mais modificato in modo da produrre una tossina pesticida e da resistere a forti dosi di un erbicida, il glufosinato.
Si è trattato di un voto non facile nel quale hanno comunque prevalso i favorevoli allo stop Ogm. Un voto che avrebbe dovuto essere seguito con la massima attenzione dalle autorità italiane formalmente contrarie agli Ogm e pronte, almeno a parole, a fare da scudo con il proprio corpo pur di impedire che il transgenico venga piantato in Italia – come tra l’altro è stato già fatto in passato in provincia di Pordenone. Sarebbe stata gradita la massima attenzione proprio da parte del Ministero per le Politiche Agricole, il dicastero maggiormente implicato in materia visto che proprio i 28 Ministri dell’Agricoltura (tra cui Nunzia De Girolamo) si dovranno presto pronunciare in sede di Consiglio Ue. A questo punto solo il Consiglio Ue Agricoltura potrà convincere entro l’8 febbraio 2014 la Commissione europea a fare un passo indietro, visto che la risoluzione del Parlamento europeo non ha valore legislativo.
La domanda sorge spontanea: che priorità avrà costituito il dossier Ogm per Nunzia De Girolamo in questi giorni? Scontata la risposta. Eppure proprio Nunzia De Girolamo ha ribadito più volte il suo impegno contro gli Ogm, tanto da arrivare a promettere che la questione sarà all’ordine del giorno della presidenza italiana Ue, nel secondo semestre del 2014. Parole, parole, parole.
Per carità, il problema non si limita solo a Nunzia De Girolamo. Accade spesso in Italia che mentre deputati, ministri, segretari di partito e così via sono impegnati a sbrogliare problemi personali o semplici bagarre politiche, in Europa passino dossier che meriterebbero la massima attenzione. Gli Ogm sono solo un esempio di una lista molto lunga, un esempio che tuttavia sta molto a cuore agli italiani.
Ecco che poi, dopo mesi passati a parlare di stantio politichese italico, ci si trova a recriminare di fronte ai giochi già fatti. Scontato, anzi colpevole, il j’accuse all’Europa e alle sue leggi. Ma dov’erano le istituzioni italiane quando queste leggi sono state fatte? Gli eurodeputati, infatti, non possono fare tutto da soli, ma avrebbero bisogno di avere alle spalle un governo, che sia di destra o di sinistra, in grado di fare sistema e di difendere gli interessi dell’Italia (possibilmente non a scapito di quelli degli altri europei).
Il dossier Ogm è complesso e delicato. Le pezze messe a suon di decreti dal governo italiano di turno a livello nazionale non servono a niente, solo a rimandare la resa dei conti finale, arte in cui noi italiani siamo maestri. Questa questione, come tante altre, ormai si decide a Bruxelles ed è a Bruxelles che bisognerebbe far valere le proprie ragioni, come lo fanno benissimo altri Paesi pro Ogm come la Gran Bretagna.
Insomma Bruxelles chiama De Girolamo (o chi per essa): cosa facciamo sugli Ogm?