I pensionati dell'Auser erano reclutati per svolgere attività socialmente utili. Ma tra gli scontrini consegnati per ricevere i pagamenti anche spese al supermercato, dal parrucchiere e in negozi di abbigliamento
Scontrini del supermercato o del parrucchiere presentati nelle liste dei rimborsi spese per le attività di volontariato svolte dai pensionati dell’Auser. Con questa motivazione il Comune di Parma ha “mandato in pensione” i nonni-vigili dell’associazione di volontariato e promozione sociale fondata da Cgil, che nella città ducale copre i servizi di vigilanza davanti alle scuole, ma anche nelle biblioteche e per il trasporto dei disabili. La giunta di Federico Pizzarotti, a differenza di tutti gli altri Comuni in Regione, non ha rinnovato la convenzione con l’Auser perché l’accordo è stato ritenuto illegittimo. Da alcune verifiche effettuate dall’amministrazione Cinque stelle infatti, è risultato che l’associazione presentava come rendiconto spese, rimborsi che esulano dallo svolgimento dell’attività di volontariato, anche se la legge stabilisce che le spese rimborsabili devono essere direttamente legate ad essa. Gli scontrini e le fatture sono state rese note dall’assessore alla Sicurezza Cristiano Casa, che ha spiegato come in discussione non ci sia “l’utilità, il valore e l’importanza dei volontari Auser sul nostro territorio”, ma “il rispetto della legge”. E proprio per questo, gli scontrini individuati dall’ex comandante dei vigili urbani Patrizia Verrusio, per la prima volta dopo anni di prassi consolidata, non hanno avuto il via libera.
Le ricevute rimaste in sospeso vanno dai 39,95 euro di Zara ai 23,62 euro in paletta, guanciale di vitello e salamino al Pronto Carni, dai 17,90 euro del negozio di calzature Pittarello fino ai 97,50 euro in pantaloni e jeans in un altro negozio di abbigliamento, o agli scontrini della spesa dai 20 ai 100 euro della Coop e dell’Esselunga. Cifre di certo di poco conto, che difficilmente superano i 100 euro, ma su cui l’amministrazione Cinque stelle è decisa a non chiudere un occhio, come invece sembrano avere fatto le giunte del passato e anche le opposizioni. “Il volontariato, proprio perché tale, non deve ricevere ‘rimborsi mascherati’ o, che dir si voglia, stipendi – ha continuato Casa in una lettera aperta alla città e alle istituzioni – Siamo certi che i nonni-vigili hanno sempre agito correttamente, spinti da quel sentimento civico che li contraddistingue. Il problema, semmai, è capire perché la classe dirigente e quella di opposizione, che fino a ieri dovevano scrupolosamente controllare la natura dei rimborsi, non lo abbiano fatto”.
Il Comune sulla vicenda ha interpellato anche la Regione, che ha confermato che “le spese sono difficilmente accertabili come relative all’espletamento delle attività” e che ha annunciato la possibilità di attivare a carico di Auser un procedimento per verificare i requisiti di iscrizione nel registro regionale delle associazioni. L’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi ha però in seguito smentito di avere avuto una parte attiva nel mancato rinnovo della convenzione con Auser: “la scelta effettuata dal Comune di non sottoscrivere la convenzione non può essere imputata a indicazioni regionali”.
La sospensione del servizio ha sollevato un polverone in città, tanto che l’assessore Casa ha ricevuto una lettera di minaccia da un genitore per la sospensione del servizio dei nonni-vigili davanti alle scuole. A favore dell’Auser, oltre a tanti cittadini, sono scesi in campo Pd, Cgil e la deputata del Pd Patrizia Maestri, che ha annunciato la volontà di presentare una proposta di legge che riconosca alle associazioni di volontariato senza finalità di lucro un rimborso spese forfettario ai volontari entro un tetto massimo mensile e annuale. “Non posso tuttavia non interrogarmi sulle priorità di attenzione dell’amministrazione comunale – ha aggiunto la Maestri, criticando la scelta – era veramente questo il problema su cui i parmigiani si aspettavano, con così tanta risolutezza, risposte dalla giunta?”.
Il Pd invece ha attaccato i Cinque stelle sui problemi derivanti dall’assenza dei volontari Auser, che di fatto lasciano scoperti dei servizi essenziali per la cittadinanza. “Sarebbe questa la promozione del volontariato? – chiede il capogruppo in consiglio Nicola Dall’Olio – Invece di trincerarsi dietro regolamenti e scontrini, il Comune di Parma farebbe bene a trovare gli accordi e le soluzioni per ripristinare un servizio essenziale che esiste e funziona in tutti gli altri comuni della provincia”. I Cinque stelle però tirano dritto, decisi a dare pari trattamento a tutte le associazioni di volontariato e a non fare sconti, nemmeno ai nonni-vigili. L’attività dell’Auser a Parma continuerà per tutto il 2014 solo per quanto riguarda il trasporto disabili, per cui è previsto un rimborso spese forfettario di 30mila euro all’anno, e per l’assistenza sugli scuolabus, per cui è stanziato un importo di circa 40mila euro. Per gli altri servizi invece, dalla vigilanza alle scuole, che al momento è coperta negli istituti più critici da agenti di polizia municipale, fino all’apertura delle sale civiche e alle biblioteche e ai musei, il Comune intende procedere per bandi pubblici, a cui anche l’Auser ovviamente potrà partecipare. “Noi non chiediamo all’associazione di farsi da parte – ha spiegato Casa – ma di sottostare alle regole che il Paese si è dato sui contratti tra amministrazioni pubbliche e volontariato”.
Dura la replica dell’Auser, che ha spiegato come sia stata sua la scelta di non rinnovare le convenzioni con il Comune a seguito di “una divergenza di opinioni” sulle spese sostenute dai volontari per la loro attività. “La media dei costi che rimborsiamo ai 1.350 volontari nel parmense ammonta a meno di 90 euro al mese. Con questa “ciclopica” cifra, nei 44 Comuni nei quali sono distribuiti i volontari, si realizzano oltre 400.000 interventi solidaristici” spiega l’associazione, che aggiunge: “Il volontariato è gratuità (tempo, mente e cuore, oltre molte altre cose) ma ha un costo cui, peraltro, la legge non pone limiti quantitativi”.