Il manager di Benigni e Bonolis è coinvolto in un'inchiesta su mazzette e favori a dirigenti di viale Mazzini. Il lavoro della procura di Roma è partito nel 2012. A rivelarlo Panorama
Bufera sul re degli agenti, Lucio Presta. Il manager di Roberto Benigni, Paolo Bonolis e Antonella Clerici è indagato nell’inchiesta su presunte mazzette e favori che alcuni dirigenti Rai avrebbero chiesto per fare lavorare la Ldm di Piero di Lorenzo, produttrice di programmi come “Ciak si canta” e “I raccomandati”. Lo riferisce il settimanale Panorama.
Il pm Alberto Galanti contesta all’agente il reato di corruzione. La’indagine della procura di Roma – prorogate di altri sei mesi – sono state avviate a fine del 2012 dopo la denuncia di Di Lorenzo contro Gian Piero Raveggi, ex capostruttura di Raiuno (ora in pensione), sua moglie Chiara Calvagni (ancora al suo posto di capostruttura all’ufficio risorse) e Chicco Agnese (all’epoca dei fatti responsabile dei palinsesti di Raiuno, ora in pensione), accusati di tentata concussione.
Nella sua denuncia, Di Lorenzo, assistito dall’avvocato Alessandro Diddi, non aveva coinvolto Presta. L’agente sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati con il proseguimento dell’inchiesta.
“Ho saputo due giorni fa di essere indagato – commenta Presta a Panorama.it -. Ma dormo tranquillo. Possono anche fare indagini su di me per i prossimi quindici anni, non c’è nulla che mi si possa contestare”.
La storia affonda le radici nel 2006. Di Lorenzo ha raccontato che all’epoca il suo rapporto con la Rai era sereno, fatturava 18 milioni di euro l’anno. Ma, dopo essersi rifiutato di concedere prestiti a Raveggi e non aver ceduto a richieste di mazzette e assunzioni di favore, il suo guadagno sarebbe crollato, sostiene, a 2 milioni di euro. Negli anni successivi, Di Lorenzo denuncia di essere stato emarginato. Nonostante, ha raccontato, le sue lettere e i suoi appelli ai vari direttori Rai e alla commissione di Vigilanza. I dirigenti Rai indagati hanno ribattuto “accuse campate in aria”.
AGGIORNAMENTO
In data 23-3-2015, il Gip del Tribunale di Roma ha disposto l’archiviazione delle accuse nei confronti di Vilfredo Agnese (detto Chicco)