Il presidente della Repubblica replica all'intervista del pentito di camorra a Der Spiegel: "Non ho imposto né potevo imporre alcun segreto. E' fuorviante e privo di qualsiasi fondamento ascrivere responsabilità al capo dello Stato, allora ministro"
Nessun atto secretato. Carmine Schiavone dice cose non vere. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano replica così alle dichiarazioni dell’ex camorrista e collaboratore di giustizia a Der Spiegel. Il capo dello Stato in una nota spiega che mentre era ministro dell’Interno “non ha imposto né poteva imporre alcun segreto su alcun documento” con le parole di Schiavone. “E’ fuorviante e privo di qualsiasi fondamento – aggiunge il comunicato del Quirinale – ascrivere a responsabilità dell’allora titolare del Viminale eventuali vincoli di segretezza su atti che all’epoca costituivano parte integrante di indagini giudiziarie in corso”. In una intervista al giornale tedesco, il fratello di “Sandokan” sostiene tra l’altro che fu l’allora ministro dell’Interno del governo Prodi, Napolitano appunto, a secretare le sue deposizioni sui traffici di rifiuti tossici che tra l’altro tiravano in ballo anche Paolo Berlusconi – scrive ancora der Spiegel – responsabile di una azienda del Nord chiamata in causa nei traffici.
Der Spiegel aveva indicato, oltre a Napolitano, anche altri tre nomi di personalità che in questo momento “vivono maggiori pressioni sul tema”. Alessandro Pansa, attuale capo della polizia e allora a capo dello Sco (il Servizio Centrale operativo). Nicola Cavaliere, attuale vice dell’Aisi (i Servizi italiani) e allora funzionario della polizia. Gennaro Capoluongo, ora capo dell’Interpol in Italia e che allora, secondo Schiavone, era a bordo di un elicottero che faceva un tour delle discariche di rifiuti tossici.