Amazon punta a “spiare” l’attività degli utenti per velocizzare i tempi di consegna. Dopo la scommessa sull’utilizzo dei droni per distribuire la merce in 30 minuti, il colosso dell’e-commerce ha depositato un brevetto sulla “consegna preventiva”, ovvero un metodo per iniziare ad avvicinare gli articoli ai potenziali acquirenti ancora prima che gli ordini siano effettuati.
Il gruppo guidato da Jezz Bezos, diventato proprietario l’estate scorsa del Washington Post, studierà gli acquisti degli utenti, le loro ricerche su internet, il contenuto dei carrelli virtuali e perfino il tempo che il cursore del loro mouse trascorre su determinati articoli per preparare la lista di prodotti che saranno consegnati nel magazzino più vicino al probabile futuro acquirente, in modo da essere recapitati più velocemente nel caso in cui l’acquisto andrà a buon fine.
Gli utenti saranno così scoraggiati dal recarsi nei negozi in strada per mettere prima le mani sull’oggetto dei desideri. Nei documenti depositati presso le autorità competenti, la società di Seattle segnala infatti che i ritardi tra il momento in cui viene effettuato un ordine e quello in cui viene ricevuto l’oggetto “rischiano di dissuadere i consumatori dal fare acquisti online“.
I consumatori potranno ovviamente rifiutarsi di comprare quanto consegnato preventivamente al magazzino più vicino. In quel caso toccherà ad Amazon far fronte ai costi della restituzione della merce. Il gruppo potrebbe quindi offrire sconti per fare acquistare gli articoli, oppure – come recita il brevetto – il pacco potrebbe diventare un “regalo promozionale” per “sviluppare una buona reputazione con il cliente”.