A scuola, i bambini di Figaró-Montmany, poco più di mille anime vicino Barcellona, sono ancora in pieno dibattito. Nei prossimi giorni decideranno come utilizzare le “risorse infantili” del bilancio comunale. Ma loro hanno già una buona esperienza. L’anno scorso con gli 8mila euro a disposizione hanno chiesto una pista da skate nel cortile della scuola: un vero successo. “È un modo per insegnare l’educazione civica, la partecipazione democratica. I bambini adesso parlano di come migliorare il paese e sanno gestire meglio le risorse”, racconta al fattoquotidiano.it il sindaco Lluc Peláez.
Da anni questo paesino, guidato da Candidatura Activa del Figaró (CAF), un gruppo di elettori che un giorno ha deciso di fare a meno dei partiti politici e di organizzarsi, si gestisce in autonomia, chiamando di tanto in tanto i cittadini in assemblea per discutere su qualche questione o sulla gestione di una fetta di soldi pubblici. All’inizio, nel 2003, erano in minoranza e dovevano governare insieme agli indipendentisti di Convergència i Unió. Dal 2011, grazie a una democrazia sempre più attiva, il Caf ha ottenuto la maggioranza assoluta e da allora governa solo, o meglio insieme a tutti i cittadini: prima ha presentato il programma elettorale, poi, una volta eletto, ha discusso in assemblea tutti i punti del programma. Il risultato è stato l’approvazione unanime del Piano di attuazione comunale, per tutta la legislatura.
Fiagaró-Montmany, la chiave di volta però è la Commissione permanente di partecipazione cittadina, composta da membri dell’esecutivo, rappresentanti di tutti i partiti che hanno ottenuto almeno il 3 per cento dei voti, anche se non hanno uno scranno in Comune, associazioni culturali e semplici cittadini estratti a sorte. Sono loro a vagliare tutte le proposte, a stilare una lista con una trentina di idee e a chiamare alle urne i cittadini per capire come spendere quel 10 per cento che resta dell’1,5 milioni di euro di bilancio annuale, destinato all’ordinaria gestione amministrativa. Tre le ultime decisioni, ad esempio, c’è stata quella di installare un fontana con acqua naturale e frizzante, a sostegno dell’importanza della gestione pubblica delle risorse idriche del paese. Ma non è solo questo.
“Abbiamo chiamato i cittadini a votare in merito al progetto educativo annuale, al Piano urbanistico, al probabile referendum sull’indipendenza catalana, all’Agenda 21, che è una guida delle Nazioni Unite per promuovere lo sviluppo sostenibile dei comuni”, spiega il sindaco Peláez. “Non è tutto in discussione, alcune decisioni restano all’interno del Consiglio comunale, ma il nostro obiettivo è stato, fin dall’inizio, creare una democrazia più partecipativa con un meccanismo di consultazione aperto a tutti”. Immigrati e bambini compresi. Tant’è che i cittadini hanno cominciato, poco per volta, a sentirsi sempre più coinvolti. Il punto è “fare vedere agli elettori delusi che esiste un altro modo di fare politica”.
“Siamo molto diversi rispetto al Movimento cinque stelle italiano – prosegue il sindaco- Non ci sono leader carismatici, c’è un rinnovamento continuo di cittadini, ci conosciamo tutti, lavoriamo con un progetto comune che ha un’ideologia politica di sinistra. Insomma – tiene a sottolineare il primo cittadino di Figaró- Montmany – il nostro non è un progetto che nasce contro qualcuno o qualcosa, ma per costruire un’alternativa alla politica che non va”, commenta Lluc Peláez. E pare che funzioni, se negli ultimi tempi il piccolo paesino è diventato meta di pellegrinaggio: molti amministratori, spagnoli e stranieri, giungono nel municipio catalano alla ricerca di un modello da esportare.
Twitter @si_ragu