Nessuno si stupirà se affermiamo che uno dei più grandi problemi dell’Italia è il rispetto delle leggi. Molte di esse sono lodevoli, utili e potenzialmente efficaci, ma dopo la loro approvazione ci si accorge che ben poco è cambiato. Talvolta ciò accade perché mancano adeguati strumenti di controllo, il senso del dovere latita e le sanzioni non spaventano abbastanza. Molte volte inoltre si manifesta una sorta di “pigrizia istituzionale”, specialmente quando si riformano parti strutturali delle istituzioni.
La legge 190/2012, ideata per contrastare la corruzione nelle Pubbliche Amministrazioni, prevede che ogni Amministrazione presenti entro il 31 gennaio di ogni anno un Piano anticorruzione triennale. Questo piano dovrà essere redatto da un “responsabile della prevenzione della corruzione” (previsto già dalla legge 150/2009) nominato tra le figure interne alla struttura. Oltre a questa, il decreto 33/2013 rinnova il ruolo di “responsabile per la trasparenza” includendolo di norma in quello del responsabile anticorruzione. La trasparenza è fondamentale dal momento che dovranno essere pubblicati online atti di nomina, compensi, i piani per la trasparenza e contro la corruzione.
E qui ritorniamo al punto di partenza. Siccome in Italia c’è il forte rischio che una buona legge unita a scarsi controlli non dia alcun risultato, la petizione “Salute: obiettivo 100%” di Riparte il Futuro può dare un grande aiuto.
Riparte il Futuro, movimento promosso da Libera e Gruppo Abele, ha infatti assunto il ruolo di “watchdog” (cane da guardia) del piano anticorruzione nelle Aziende Sanitarie. In pratica monitorerà se ogni Azienda di ogni singola Regione applicherà alla lettera alcune norme chiave, assegnando un punteggio in base ai risultati rilevati. I dati del monitoraggio sono già consultabili online alla pagina di Riparte il Futuro e vengono costantemente aggiornati dal 9 dicembre 2013, giornata internazionale anticorruzione nonché data del lancio della petizione.
Riparte il Futuro è un watchdog un po’ atipico, siccome non vuole solamente vigilare ma anche dialogare con le Aziende Sanitarie accompagnandole nell’applicazione delle norme. In questo modo sarà forse possibile ottenere quel cambiamento della cultura organizzativa immaginato dalle leggi sulla trasparenza che avvicinerebbe l’Italia al cosiddetto Freedom of Information Act.
Il punteggio assegnato alle Aziende Sanitarie viene calcolato in base ad una moltitudine di parametri, tra cui la pubblicazione online dei nomi, compensi e atti di nomina dei direttori generali, amministrativi e sanitari e la stesura e pubblicazione del piano anti-corruzione.
I parametri sono così pesati: trasparenza dei vertici (33/100), le informazioni fornite sul responsabile anticorruzione (33/100), e l’esistenza del Piano Anticorruzione (34/100).
Guardando i dati scopriamo che l’Italia ha raggiunto mediamente un punteggio di 58/100 (dati al 14 gennaio 2014), quindi è evidente che ci sia ancora molto da fare.
Le Regioni con compliance migliore sono Basilicata (90/100), Valle d’Aosta (89/100) e Friuli Venezia Giulia (87/100) mentre le peggiori sono Campania (18/100), Molise (19/100) e Sardegna (26/100).
Prendendo ad esempio una della Aziende Sanitarie migliori, la ASP di Potenza (100/100), c’è da segnalare la pubblicazione online degli atti di nomina, dei curricula vitae e dei compensi percepiti sia dal direttore generale che da quello amministrativo e sanitario. Inoltre è stato nominato un responsabile anticorruzione (di cui sono stati pubblicati i relativi cv, compensi, eccetera) e sono già stati varati i piani anticorruzione e per la trasparenza.
Al contrario risulta che la ASL di Avellino (0/100) abbia solamente fornito i nomi del direttore generale e di quello sanitario, ma non c’è ombra di trasparenza.
La campagna di Riparte il Futuro è fondamentale ed andrà seguita con profondo interesse. Si spera che questa iniziativa venga presa come esempio anche da altri soggetti, affinché in futuro si possa sviluppare una maggiore trasparenza che verrebbe sostenuta da attenti controlli da parte della società civile.
Concludiamo con le parole del referente scientifico di Riparte il Futuro, Leonardo Ferrante: “Questo è un primo atto, e da solo non basta per contrastare l’opacità. Ma quando si entra in una stanza, la prima cosa che si fa è illuminarla, aprendo le persiane o accendendo una luce: ecco a cosa serve la trasparenza”.
di Fabio Cassanelli e Federico Tremoloso