Dalla Francia arrivano nuovi dubbi sul Tav Torino-Lione. I sospetti ora si addensano attorno alla commissione d’indagine pubblica, autrice del rapporto in base al quale il 23 agosto scorso il governo francese ha dichiarato di “utilità pubblica e immediata” l’opera. Secondo i No Tav francesi il rapporto è favorevole all’opera perché alcuni commissari avevano interessi economici in ballo. Ora un migliaio oppositori presenterà ricorso al Consiglio di Stato francese per chiedere l’annullamento dell’inchiesta culminata con la dichiarazione di utilità pubblica.

Stando a quanto riportava il quotidiano Le Parisien-Aujourd’hui en France, i ricorrenti basano la loro causa giudiziaria su un probabile conflitto di interessi scoperto di recente. Philippe Gamen, uno dei componenti della commissione, è anche presidente dell’associazione “Conservatoire d’espaces naturels de Savoie” (Cens), che ha ricevuto un sostegno finanziario dalla Lyon-Turin Ferroviaire, società responsabile dei lavori di collegamento tra Francia e Italia. L’associazione, rivela il giornale online indipendente Mediapart, è dedita alla tutela della biodiversità e dovrà catalogare la flora e la fauna dell’area del cantiere. Il costo dello studio finanziato da Ltf è relativamente basso, 7.320 euro, e l’accordo tra Ltf e il Cens è del novembre 2013: “Non potevo prevedere che Ltf ci proponesse questo lavoro dopo”, ha detto Gamen a Mediapart.

Potrebbe bastare a sollevare dei sospetti, ma c’è anche altro: nel ricorso si sottolinea pure che un parente di Gamen, più precisamente Guy Gamen, cugino del padre, è il sindaco di Marches (comune della Savoia interessato dall’indagine) sostenitore della Torino-Lione. Per i ricorrenti sarebbe un altro indizio. In passato erano emersi altri casi. Il 3 ottobre 2012 il Canard enchaîné (storico settimanale indipendente di satira e inchiesta) rivelava che il commissario Guy Truchet altri non era che il fratello di Roger, presidente della Truchet Travaux Publics con alcuni interessi nei lavori per la Torino-Lione.

Il legame è così stretto che la Commissione è addirittura arrivata al punto di suggerire a Rff (il corrispettivo italiano di Rfi) di valutare il progetto della Truchet Tp per stoccare di 950mila metri cubi di macerie e scarti su un terreno dell’impresa. I comitati transalpini hanno anche sollevato il dubbio sull’indipendenza dei pareri del presidente della commissione pubblica Pierre-Yves Fafournoux e di un altro commissario: i due in passato facevano parte della commissione d’indagine pubblica favorevole alla realizzazione della bretella ferroviaria attorno a Lione, un progetto strettamente legato al Tav. “Come potevano esprimere giudizi indipendenti se erano già favorevoli a un progetto connesso?”, sostengono in sostanza i No Tav transalpini, che avevano già denunciato questi conflitti di interesse al prefetto di Isère, senza ottenere risposte.

Grazie al rapporto redatto da questi commissari e dai loro colleghi, il governo francese ha definito di “utilità pubblica e immediata” i lavori per “l’itinerario di accesso al tunnel” transfrontaliero del Tav Torino-Lione, nel tratto tra la città francese e Saint Jean De Maurienne, affermando che “gli espropri necessari dovranno essere realizzati in un tempo di quindici anni”. Il parere del governo era pure andato contro quanto affermato nel rapporto parlamentare “Mobilité 21” realizzato da eletti di ogni partito: secondo questi ultimi la Tav Torino-Lione è un progetto meno prioritario rispetto ad altre linee nazionali. La Corte dei conti francese invece aveva bocciato l’opera per i costi troppo elevati e i rendimenti poco certi.

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