A due anni dalla scomparsa la Lega Nord continua la sua battaglia contro Oscar Luigi Scalfaro. La scorsa settimana a Novara, città natia dell’ex presidente della Repubblica, il Carroccio si è opposto all’intitolazione della sala del consiglio comunale al politico democristiano che fu magistrato, padre costituente e anche un critico della secessione.
Alla fine i leghisti e gli eletti del Nuovo Centrodestra hanno vinto. Il sindaco Andrea Ballaré (Pd) ha dovuto ripiegare e ha scelto di intitolare a Scalfaro la sala della giunta. La proposta del primo cittadino aveva colto di sorpresa i partiti all’opposizione, le cui critiche hanno fatto cambiare idea a sindaco e assessori: “Volevamo che la figura di Scalfaro non fosse oggetto di strumentalizzazione politica. Solo per questo abbiamo cambiato sala”, ha spiegato Ballaré a La Stampa. La commissione toponomastica ha quindi approvato in tempi rapidi l’intitolazione della sala della giunta e la cerimonia avverrà il 30 gennaio prossimo, in prossimità del secondo anniversario della morte dell’ex presidente.
“L’amministrazione Ballaré probabilmente ha una promessa da mantenere a qualcuno e, dopo l’ennesima gaffe rimediata, non gli resta che intitolare alla discutibile figura di Scalfaro una saletta secondaria del Comune”, ha fatto sapere la Lega Nord. Nel comunicato il partito sostiene di rimanere contrario “a qualsiasi intitolazione ad una figura, come quella di Scalfaro, certamente controversa nella storia di questa repubblica, il cui ruolo è stato ambiguo e tutto ancora da verificare”. Scalfaro venne eletto presidente della Repubblica nel 1992, in pieno scandalo Tangentopoli e in un periodo di crescita della Lega Nord. Durante il suo settennato fu un garante delle istituzioni e della costituzione e per questo criticava in modo forte e diretto Umberto Bossi, Roberto Maroni e compagni per le loro idee secessioniste. I leghisti lo ricordano anche per altre sue decisioni politiche, tipo la scelta di un presidente del Consiglio come Giuliano Amato, che fece la manovra-salasso da 93mila miliardi di lire e il prelievo forzoso sui conti bancari. Scalfaro è anche il capo di Stato che ha voluto come premier l’ex governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, un tecnico che doveva risanare le finanze statali. È stato pure il presidente che si oppose alle elezioni anticipate volute da Bossi dopo la caduta del primo governo di Silvio Berlusconi: B. fu poi sostituito con un altro tecnico, Lamberto Dini.
Parlando di “ruolo ambiguo e da verificare”, la Lega di Novara sembra indicare anche il suo coinvolgimento nella presunta trattativa tra Stato e mafia e la decisione, presa nel 1993 da Scalfaro e dall’allora ministro della giustizia Giovanni Conso, di non rinnovare il regime carcerario stretto nei confronti di trecento mafiosi. Dopo la sua morte il 29 gennaio 2012 i leghisti in varie parti d’Italia non presero parte alle commemorazioni. Mentre il governatore piemontese Roberto Cota, novarese pure lui, partecipava al funerale, i suoi compagni di partito e gli eletti del Pdl al consiglio regionale lasciarono l’assemblea prima del minuto di silenzio. Lo stesso venne fatto dai consiglieri regionali del centro-destra in Lombardia.