Arriva dalla Repubblica di San Marino l’ultima ‘doccia fredda’ per il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni: l’Authority sanitaria sammarinese ha presentato un esposto al Tribunale Unico del Titano sul caso Stamina nel quale Andrea Gualtieri, direttore dell’authority, chiarisce che sono intervenute nuove informazioni per poter formalizzare una denuncia nei confronti “di chi tra gli anni 2008 e 2009, condusse in territorio sammarinese pratiche mediche illegali”. La vicenda – in attesa che si chiuda l’indagine della Procura di Torino – si complica dunque ulteriormente, mentre si attende il decreto di nomina da parte del ministero della Salute del nuovo comitato scientifico chiamato a valutare il protocollo.

Proprio a San Marino vennero eseguiti da Vannoni i primi trattamenti utilizzando cellule staminali: l’esposto servirà anche ad individuare eventualmente chi spianò la strada, in quegli anni, al metodo di Davide Vannoni che sul Titano era diventato legale rappresentate della società Rewind, società però mai autorizzata ad operare. Nell’esposto vengono anche riportate le dichiarazioni dello stesso Vannoni, che replicando a Carmine Vona, il paziente numero 52 nell’inchiesta aperta a Torino e che finì al pronto soccorso di San Marino dopo un trattamento, ha detto pubblicamente durante una trasmissione televisiva: “Il centro dove venivano praticate le terapie era autorizzato dalla Repubblica di San Marino”.

Intanto, sul fronte scientifico, il presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston Mauro Ferrati, nominato a capo del nuovo comitato scientifico, sottolinea come il decreto di nomina del comitato non sia stato ancora approvato: “Non abbiamo ancora avuto il via libera all’inizio ufficiale dei lavori. I commissari americani – ha affermato dagli Stati Uniti – e molti altri, sono perplessi per questo stato di cose”. Riferendosi quindi alle indagini in corso, “Guariniello annuncerà le sue conclusioni a breve? Non ne so nulla – dice Ferrari – e non c’è ragione perchè ne sappia nulla. Qualunque siano le sue conclusioni – precisa – credo che la procedura giudiziaria e le questioni mediche e scientifiche siano cose ben diverse, anche se con ovvi punti di collegamento”. La “validità o meno di una terapia – rileva – si valuta sulla base di processi rigorosi di valutazione scientifica e sulla base di dati clinici, indipendentemente dalle sorti giudiziarie, positive o negative che siano, di chi ha sviluppato o reso disponibile questa terapia”. Ferrari ha anche reso noto di aver incontrato di recente a Roma alcuni malati e le loro famiglie: “Non si può fare medicina se non si incontrano le persone. Ho voluto incontrarli – afferma – non come presidente del comitato scientifico, perchè non lo sono ancora ufficialmente, ma come privato cittadino e per solidarietà personale”.

Anche sul fronte parlamentare l’attenzione è alta e la presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia De Biasi, ha annunciato che la commissione – che ha promosso un’indagine conoscitiva sul caso Stamina – si occuperà della questione delle cosiddette cure compassionevoli. Proprio la definizione di cure compassionevoli ha alimentato il dibattito in relazione al metodo Stamina che, secondo alcuni, dovrebbe appunto rientrare in tale categoria.

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