“Stiamo lavorando con il Mef per una proposta robusta dal punto di vista finanziario e giuridico alle parti sociali”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, riaprendo il nodo degli esodati post riforma Fornero. L’ipotesi, stanno alle parole dell’ex numero uno dell’Ista è quella di un anticipo dell’età pensionabile, grazie al contributo anche delle aziende, per evitare che si possano appunto creare nuovi esodati con il giunere al termine di accordi tra lavoratori e imprese stipulati prima della riforma.
“L’idea è che contribuiscano tutti e tre i soggetti: i lavoratori, le imprese e lo Stato”, aggiunge il ministro, parlando di un “un processo complesso” che può prevedere, appunto, “il contributo delle imprese“. Il lavoro in atto con il ministero del Tesoro è “per fare una proposta che abbia robustezza dal punto di vista finanziario e giuridico da presentare alle parti sociali”, ha aggiunto precisando che “stiamo pensando ad uno strumento flessibile in funzione della condizione soggettiva del lavoratore”.
Lo “strumento” allo studio dovrebbe “favorire la transizione, su base volontaria, dal lavoro alla pensione, fermi restando i requisiti dell’attuale normativa”, quindi senza modificare le regole della legge Fornero. E, quindi, “andrebbe incontro a persone e a imprese (come quelle di minori dimensioni) che attualmente non possono utilizzare gli strumenti previsti”, come ha precisato il ministero.
“I due anni passati hanno dimostrato come l’irrigidimento dei criteri di accesso in materia di pensionamento effettuato con la riforma previdenziale si sia rivelato disastroso, non solo per l’impatto sociale delle misure adottate, ma anche da un punto di vista economico, considerata l’attuale situazione di crisi occupazionale, con l’esigenza per il governo di interventi successivi in un quadro poco organico e lineare che provoca disagio ed incertezza a carico dei lavoratori e delle imprese”, ha commentato il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli.
“La Cisl ha chiesto ormai da tempo al governo di affrontare la questione – ha aggiunto – avviando un confronto con le Parti sociali al fine di individuare soluzioni che possano consentire una gestione più flessibile e contrattata delle eccedenze occupazionali delle imprese, facendosi contemporaneamente carico dei problemi derivanti dal lavoro maggiormente faticoso e pesante, sia su un piano oggettivo, che soggettivo. Tali soluzioni potrebbero, peraltro, contribuire anche a risolvere definitivamente la questione degli esodati. Gli annunci però non bastano e bisogna passare ai fatti”.