Mentre continua l’emergenza alluvione nel modenese, ci sembra il caso di fare qualche prima riflessione, passando poi dalla critica alla proposta:
minimizzazione; ci sembra che questa sia stata la prima reazione delle autorità locali, almeno quella pubblica; ma facciamo un esempio: il messaggio di stare ai piani alti senza necessità di abbandonare le case è stato fuorviante e controproducente; forse si pensava a qualche centimetro passeggero di acqua; invece intere famiglie sono state bloccate nei loro appartamenti per giorni; purtroppo, le moderne tecnologie sono complesse e basta che manchi, come è successo, l’elettricità perché non funzioni nemmeno il riscaldamento a gas; la recente nevicata a Cortina, insegna; e senza elettricità non si ricaricano i cellulari, strumento fondamentale di comunicazione, non si usano gli elettrodomestici e si sta al buio.
Improvvisazione e scarsa informazione ai cittadini: le ordinanze di evacuazione emanate e/o diffuse anche a ore tarde e attraverso strumenti come Facebook, dimostrano un livello di improvvisazione preoccupante; il centro di coordinamento provinciale di Marzaglia, non ha a quanto ci risulti un sito internet, né una pagina di Facebook ed il telefono è spesso difficilmente raggiungibile, perché occupato
sottovalutazione; poche parole dai Tg nazionali, presi fra scappatelle di Hollande, legge elettorale, gossip vari; forse, non è tutta colpa loro; come dicevamo nel precedente post; le catastrofi in Emilia e non solo, le alluvioni, l’inagibilità di scuole ed edifici pubblici (e il crollo dei capannoni industriali) non sono più l’eccezione, ma quasi la regola
dignità e tenacia; certo che i modenesi hanno la pelle dura e tanta, tanta dignità e tenacia; poche proteste, niente urla e via con i badili a togliere il fango per ripartire, ancora una volta; veramente bravo questo popolo che in cento anni ha portato una delle province più povere d’ Italia a diventare una delle più ricche.
Sia ben chiaro, le catastrofi naturali ci sono sempre state e probabilmente ci saranno sempre, ma l’uomo (e la politica) possono fare la loro parte per ridurle di numero e di impatto.
Purtroppo, quella che stiamo vivendo ormai è una “nuova normalità”; la lunga serie di errori, incurie, danni, sfruttamento del suolo, cementificazione, ecc del passato ha causato danni tali che, almeno in parte, non potranno essere risolti da nessuno. Effettivamente le piogge di questi giorni, anche 500 mm in tre giorni lungo il crinale Appenninico, sono state del tutto straordinarie e addirittura simili, se non superiori, perfino a quelle dell’alluvione del 1966 e dell’uragano Sandy a Giamaica.
Questo ovviamente non deve servire da giustificazione a chi amministra, anzi, è un’aggravante perchè del rischio climatico la comunità politica è avvertita e ne discute in inconcludenti conferenze da oltre 20 anni!
In questi giorni poi, si assiste ad uno strano fenomeno: amministratori di centrosinistra che si scagliano contro le politiche portate avanti dalle loro stesse amministrazioni; sembrano degli Ufo che siano sempre stati all’opposizione.
A loro in primo luogo e poi agli altri amministratori e parlamentari modenesi, chiediamo: perché non si usano i 250 milioni di soldi pubblici previsti per la (inutile) bretella Campogalliano-Sassuolo per interventi di salvaguardia del territorio? Aspettiamo una chiara risposta, non inutili bla bla o stentati balbettii.