Ore 14:30. L’ex senatore Renato Farina, detto Betulla, sgobba in redazione per chiudere l’edizione del Mattinale. Aspetta una nostra chiamata, e risponde: “Pronto, sono Renato, sono Renato, sono Renato”. Renato sì, però l’omonimo Brunetta, capogruppo di Forza Italia e direttore spirituale del quotidiano digitale. Non molla il telefonino: “Dai, parla con me. Cerchi Renato, no? Io sono Renato, soltanto con un po’ di pancia, un po’ meno alto e un po’ meno divertente”. E così, per accontentare Brunetta, la chiacchierata avviene in viva voce.
Curiosità, chi è il Renato che comanda?
Farina: Per me è un piacere, mi lascio trasportare. Non sono spiritoso come Rena-tino. L’uomo è parecchio esigente, mi sveglio con le prime luci dell’alba, entro le sei vanno letti i giornali e si pensano le pagine.
Brunetta: Renato è il mio maestro, io apprendo, imparo e gestisco un pochino. Oggi ho tardato perché avevo una riunione sulla legge elettorale, e ho trovato il Mattinale pronto e perfetto.
I parlamentari di Forza Italia vi leggono?
Farina: Cerchiamo di fare un prodotto simpatico e vogliamo spiegare la nostra visione sui fatti politici. Se commetto un errore, posso dare la colpa a Renato.
Brunetta: Assolutamente sì, lo apprezzano, lo osservano con attenzione. E se interrogati risultano sempre preparati… Anche se li becco a salti o di sorpresa. Capisci che ti sto prendendo per il culo?
Esclusiva di Farina, quanto è antipatico Brunetta?
Direi che è dispotico. Quando entro in ufficio, busso per timore e lo vedo assiso, in poltrona, come un sultano.
Riservata a Brunetta (anche per Farina), perché siete finiti assieme al Mattinale?
Farina: Lo conosco dai tempi di Libero. Gli volevamo offrire una rubrica, ma la voleva soltanto per la domenica. Il problema era insormontabile: perché la domenica tocca all’editorialista di punta. Renatino non s’accontenta. Brunetta: Lo faccio per divertimento e Farina mi è di enorme aiuto perché bravissimo. Le frecciatine ironiche sono le mie, ti anticipo quelle che vedrai su Gianni Cuperlo che si dimette per far capire che esiste.
Vi siete pentiti per la battuta su Pier Luigi Bersani uscito dall’ospedale (“Sta bene, dice stupidaggini”)?
Brunetta: Ora sono serio. Quando ho saputo del suo ricovero, io ho pianto. E ho pianto davvero tanto. Perché io voglio bene a Pier Luigi, lo adoro, provo affetto e amore. Volevo prendere in giro chi faceva filtrare quelle indiscrezioni.
Farina: Lo conosco da anni, anni, anni. E ci diamo persino del tu, io di solito sono diffidente.
Consiglio a Farina: Brunetta non può rispondere dal suo cellulare. Lo denunci.
Farina: Non posso, verrei condannato io.
Brunetta: Io sono Renato, Renato, Renato. E non sono neanche tanto più basso di Farina.
Twitter @Teccecarlo
Da Il Fatto quotidiano del 22 gennaio 2014