La Camera ha revocato “il badge per l’ingresso” a Montecitorio ad un ex consigliere parlamentare “intercettato come lobbista” dal Movimento 5 Stelle. “Per la prima volta è stato espulso un lobbista dalla Camera. Ora stop a tutte le tessere in bianco”, esulta Riccardo Fraccaro membro dell’ufficio di presidenza di Montecitorio. La polemica era cominciata poco prima di Natale con la denuncia partita dai banchi dei grillini che avevano intercettato alcuni discorsi di Luigi Tivelli. Secondo quanto verificato in seguito, si era scoperto che si trattava di un pensionato d’oro della Camera con un contratto di consulenza gratuito. “Questo è solo il primo passo”, aggiunge al fattoquotidiano.it Fraccaro, “abbiamo chiesto al Comitato per la sicurezza di cambiare il regolamento e prevedere che i lobbisti non abbiano cartellini in bianco per entrare in Parlamento”. Gli esterni che hanno la possibilità di accedere a Montecitorio sono circa 2000. “I permessi concessi si dividono in giornalieri e permanenti. La cosa più grave è che ci sono una quantità di badge forfettari che vengono dati a Confindustria e ai sindacati. Loro poi ne dispongono come vogliono e fanno entrare i loro uomini senza problemi. Questo non può succedere in un Paese civile. Il modello a cui dobbiamo aspirare è quello europeo: i lobbisti non vanno eliminati ma semplicemente regolamentati”.
Lo stesso Tivelli, tuttavia, replica: “Con tutto il rispetto per la loro perseverante determinazione, credo che non sia certo vero che per la prima volta sia stato espulso un lobbista. La fattispecie è un’altra. In primo luogo non c’è il lobbista. Forse, invece, per la prima volta un ex funzionario parlamentare, che aveva un incarico a titolo gratuito nell’amministrazione ha ritenuto doveroso dimettersi per senso di responsabilità istituzionale e pur avendo chiarito alla stampa il vero senso di una telefonata registrata abusivamente”. “Non potevo concepire che la mia persona fosse strumentalizzata a fini di lotta politica ed addirittura nell’Aula di Montecitorio – conclude Tivelli – Spero che questa vicenda che mi ha comportato grande amarezza e che pensavo chiusa, si chiuda una volta per tutte”.
Nella lettera con cui la Camera ha deciso di revocargli il badge, che porta la data del 13 gennaio, si legge: “Il giorno 21 dicembre 2013, in relazione ad articoli di stampa e ad interventi svolti in Aula nel corso dell’esame del disegno di legge di Stabilità, l’Amministrazione ha ritenuto che non vi fossero più le condizioni per proseguire il rapporto di collaborazione, sicché nella stessa giornata si è preso atto della rinuncia da parte dell’interessato alla prosecuzione di tale rapporto”. “Sono state pertanto immediatamente poste in essere – si legge ancora – le attività amministrative conseguenti alla cessazione del rapporto: è stato disabilitato l’apposito badge per l’ingresso alla Camera; è stato revocato il permesso di parcheggio a pagamento di un ciclomotore presso l’area di via della Missione; è stata disposta, secondo le modalità previste dalla disciplina interna, la disattivazione della casella di posta elettronica; è stata attivata la procedura di voltura dell’utenza telefonica on net, che era abilitata esclusivamente alle chiamate verso i numeri della rete Camera dei deputati”.
“La stanza – si legge ancora – ubicata nel complesso di vicolo Valdina, precedentemente utilizzata dal dott. Tivelli nel quadro della sua collaborazione, era stata già destinata ad altro utilizzo a far data dal 17 settembre 2013 nell’ambito del processo di riallocazione e ottimizzazione degli spazi”. Nello stesso “promemoria” dell’Ufficio affari generali della Camera si ricorda che Tivelli nel 2007 aveva avuto l’incarico del Regolamento dei servizi e del personali di “Attività di studio e proposta in materia di progetti e di iniziative culturali e di comunicazione istituzionale” e nel 2008 quello di segreteria del comitato per la comunicazione e l’informazione esterna. Il 1 gennaio 2012 poi, ormai pensionato, gli era stato attivato un rapporto “di collaborazione a tempo indeterminato e a titolo interamente gratuito per lo svolgimento di attività di analisi, studio e ricerca per nuovi progetti culturali, per il quale non è stata corrisposta alcuna somma né a titolo di indennità, né a titolo di rimborso spese”.