Politica

Omofobia, gay equiparati a pedofili? Giovanardi: “Refuso. Pensavo ai ‘pedofobi'”

La modifica al testo del Ncd e a prima firma del senatore di Modena ha scatenato le denunce degli altri partiti. Ma lui ribatte: "Calunnie, volevo dire 'pedofobia'"

Tutta colpa di un refuso. In alcuni emendamenti presentati da esponenti del Ncd al testo sull’omofobia, criticati dal M5S e al centro di un’aspra polemica, non si voleva scrivere “pedofilia“, ma “pedofobia“. A precisarlo è il senatore del Ncd Carlo Giovanardi in commissione Giustizia di Palazzo Madama che sta esaminando il testo. Giovanardi era stato accusato, infatti, anche su “Il fatto quotidiano” di aver paragonato in alcune sue proposta di modifica i gay con i pedofili.

Questo il passaggio di uno degli emendamenti criticati: “o fondate sull’odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l’incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali, bisessuali, eterosessuali, pedofili, se tali condotte discriminatorie siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità verso la persona e non di pensiero verso l’orientamento sessuale e lo stile di vita in sé”. Ora, spiega Giovanardi in commissione, al posto di “pedofili”, si intendeva scrivere “pedofobi”.

“Di fronte ad una calunniosa polemica condotta in perfetta malafede – spiega dopo in una nota lo stesso parlamentare – ho ribadito oggi in Commissione giustizia al Senato quanto già pubblicamente precisato giovedì scorso e cioè che il NCD e il sottoscritto non soltanto sono contrari al carcere per chi ha opinioni differenti da quelle delle associazioni gay rispetto ad omosessuali e transessuali, ma è ancora più contrario al tentativo, portato avanti ad esempio dagli psicologi americani, di derubricare un orrendo crimine come la pedofilia a semplice orientamento sessuale. Questa è la nostra posizione – conclude – e la speculazione su un refuso di stampa in uno degli emendamenti presentati al Senato è un polverone sollevato proprio da quelli che sono i più fervidi sostenitori di una proposta di legge liberticida ed eterofoba“.