I Cinque Stelle presentano un'interrogazione a Zingaretti: "I soldi sono finiti al Creia dov'erano impiegati due nipoti del dirigente De Filippis". Ma tra le questioni sollevate dai grillini anche i rapporti del presidente con San Mauro, avvocato spesso al telefono con il ras di Malagrotta Cerroni
Finanziamenti a pioggia targati Luca Fegatelli e Raniero De Filippis – i funzionari della Regione Lazio finiti ai domiciliari per la vicenda rifiuti – a favore del Creia (il Centro Regionale Educazione e Informazione Ambientale), gestito da Raffaella De Filippis, nipote di Raniero, e intrecci sospetti tra consulenti regionali e il ras della “monnezza” romana Manlio Cerroni, anche lui arrestato per la stessa inchiesta. A puntare il dito è il gruppo consiliare in Regione del Movimento Cinque Stelle che sulla questione ha presentato un’interrogazione al presidente Nicola Zingaretti. Su tutte le questioni ilfattoquotidiano.it ha chiesto una replica alla Regione che ha detto che risponderà nelle prossime ore.
Finanziamenti Creia: “9 milioni in 4 mesi nonostante sia inattivo”
“Il duo Fegatelli-De Filippis – attacca Valentina Corrado, consigliere regionale 5 Stelle – ha stanziato, in 4 mesi, da agosto a novembre 2012, vari finanziamenti per il Creia per circa 9 milioni di euro nonostante questo ente risulti sostanzialmente inattivo. Abbiamo presentato un’interrogazione al presidente Zingaretti e all’assessore al Bilancio su questi stanziamenti e sul loro utilizzo. I soldi sono stati assegnati durante il 2012 per il periodo che va dal 2012 al 2014. Vogliamo fare piena chiarezza – prosegue la Corrado – anche perché il Creia viene citato nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Roma, inerente la vicenda rifiuti, con la quale si dispongono i domiciliari per Fegatelli e De Filippis”. L’ordinanza cita infatti anche alcuni intrecci parentali, come l’incarico ad Alessandro De Filippis, pure lui nipote di Raniero, nominato dirigente del Creia proprio da Fegatelli. Ma Fegatelli ha affidato un incarico al Creia anche a un’altra nipote di De Filippis, Raffaella appunto, nominata il 13 settembre 2012 dirigente amministrativo. Una storia che sembra rappresentare nel senso più stretto il significato della parola “nepotismo”, insomma.
Conversazioni tra il consulente nominato da Zingaretti e Cerroni
Sempre nell’ordinanza del gip emergono delle conversazioni tra Cerroni e Cesare San Mauro, avvocato nominato da Zingaretti “consulente del Presidente in materia di società a partecipazione pubblica”. “Dall’esposizione effettuata dal gip – afferma la Corrado – San Mauro rappresenta il soggetto che deve veicolare i messaggi di Cerroni alle alte cariche istituzionali. La conversazione è del 24 maggio 2012 e San Mauro dice a Cerroni di essere in contatto anche con Zingaretti. Cerroni risponde che ‘non è roba per Zingaretti’ ma che il discorso è a livelli più alti”. I 5 Stelle per questi motivi hanno chiesto a Zingaretti di chiarire i suoi rapporti con lo stesso San Mauro. Le pressioni di Cerroni, per le quali San Mauro sembrerebbe dovesse fare da tramite, emergono in particolare in due missive citate nell’ordinanza. Cerroni “in data 22 maggio 2012 – si legge nell’ordinanza del Gip – scrive al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e il 24 maggio direttamente al premier Monti”.
Regione Lazio: le firme della funzionaria nominata dal presidente
Sempre nell’ordinanza del gip si sottolinea un atto ritenuto illegittimo della Regione Lazio a favore di Eco Italia ’87, società del gruppo Cerroni. “Proprio mentre la Regione Lazio – si legge – faceva le pulci alla Rida Ambiente, parallelamente, il 13 agosto 2013, la stessa Regione Lazio (a firma del vicepresidente Massimiliano Smeriglio) accordava alla Eco Italia ’87 srl, società del gruppo Cerroni gestrice della discarica dell’Inviolata a Guidonia, la possibilità di abbancare in discarica ulteriori 75.000 metri cubi di rifiuti solidi urbani indifferenziati ‘tal quale’, senza alcun trattamento, in spregio totale all’art. 7 del dlgs 36/2003 e al principio della gerarchia dei rifiuti”. Una concessione illegittima, secondo il giudice, ottenuta con la complicità di Maria Grazia Pompa, dirigente d’area supporto giuridico per le infrastrutture in Regione, e di Manuela Manetti, oggetto di un esposto presentato il 1 luglio scorso alla Corte dei Conti sul superamento del limite massimo dei dirigenti esterni assumibili in Regione, per il quale la magistratura contabile ha aperto un’istruttoria a carico di Zingaretti.
La Manetti ora è oggetto anche di un’interrogazione dei 5 Stelle indirizzata a Zingaretti visto che nell’ordinanza del gip si trova scritto che appare “evidente la correità dei funzionari regionali al gruppo criminale segnatamente dei soggetti che operano in sottordine rispetto al Fegatelli: Maria Grazia Pompa e Manuela Manetti, firmatarie di molte delle note evidenziate”. La Manetti è stata nominata da Zingaretti direttore regionale per l’ufficio Urbanistica, mobilità e rifiuti e proviene dalla Provincia di Roma (con Zingaretti presidente) dove era direttore del settore Pianificazione dei sistemi di mobilità e trasporto pubblico.