La Procura di Lucca durante l'ultima udienza del processo ha modificato i capi di imputazione per l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. "Aveva poteri apicali di indirizzo che, di fatto, esercitava con atti di concreta ingerenza nella gestione”. I familiari delle vittime: "E' una bella notizia"
Si aggrava la posizione processuale di Mauro Moretti, ad di Ferrovie dello Stato imputato per la strage ferroviaria di Viareggio. Secondo i pm della Procura di Lucca, Moretti, in qualità di amministratore delegato di Fs, aveva “poteri apicali di indirizzo” che, di fatto, esercitava con “atti di concreta ingerenza nella gestione” delle altre società del gruppo, come Rfi e Trenitalia. Insomma, Moretti avrebbe avuto più potere decisionale nelle scelte della holding di quello che finora gli è stato attribuito. E’ questa la modifica della procura, apportata nell’udienza per la strage del 29 giugno 2009 nella quale persero la vita 32 persone. E proprio alcune di quelle scelte potrebbero – accerterà il processo – aver contribuito a far scoppiare il finimondo tra le strade di Viareggio.
“E’ una contestazione importante – spiega un avvocato di parte civile, Gabriele Dalle Luche -. Noi avevamo sempre sostenuto che, al di là dei ruoli ufficiali, lui fosse l’ad di fatto anche delle altre società del gruppo coinvolte nel processo. I reati contestai rimangono gli stessi, ma questa nuova imputazione sottolinea come il ruolo di Moretti sia considerato centrale”. “E’ una bella notizia – commenta Daniela Rombi, dell’associazione dei familiari delle vittime il “Mondo che vorrei” -. Abbiamo sempre sostenuto che il potere di Moretti si estende anche alle altre società del gruppo”.
Per uno dei difensori di Moretti, l’avvocato Armando D’Apote, invece, la mossa di oggi “è un segno di debolezza della procura, che si arrabatta a cercare un’imputazione che possa reggere”.
Gli imputati sono 33. Oltre a Moretti, ci sono i vertici e i funzionari delle società del gruppo Fs e della Gatx, che era la proprietaria del convoglio deragliato. A processo anche responsabili e dipendenti dell’officina tedesca Jungenthal e della ditta italiana Cima: la prima revisionò e la seconda montò l’asse che, spezzandosi, al passaggio dalla stazione di Viareggio fece deragliare il convoglio carico di gpl: il gas uscì ed esplose, radendo al suolo via Ponchielli. La prossima udienza si terrà il 26 febbraio, e potrebbe rappresentare una svolta nell’iter processuale: inizieranno, infatti, ad essere presentate le prove a carico degli imputati.