Qualche giorno fa, quando Marta Cagnola mi ha scritto su Twitter per dirmi che il 21 gennaio sarebbe andato in onda su SkyArte il suo “Televisori”, documentario realizzato insieme a Stefania Carini, devo ammettere che ho temuto il peggio. Conosco la qualità del lavoro della premiata ditta Cagnola & Carini ma temevo di dover assistere al solito esercizio onanistico e autoreferenziale dedicato ai sessant’anni della Tv in Italia.
Mi aspettavo il Dadaumpa delle Kessler, qualche gaffe di Mike Bongiorno, uno sculettamento a Non è la Rai e qualche grande vittoria sportiva commentata con enfasi da Martellini o Caressa. Invece no, niente di più sbagliato. “Televisori” ha celebrato i sessant’anni della tv raccontando, appunto, il televisore e non la televisione.
Attraverso l’evoluzione (anche tecnologica) della scatola magica che ospitiamo nel nostro salotto, Cagnola & Carini hanno raccontato l’evoluzione (o l’involuzione, dipende dai punti di vista) del nostro approccio all’elettrodomestico più amato d’Italia.
E il sollievo, lo ammetto, è stato enorme. L’approccio originale alla tv, i personaggi scelti per parlarne (da Grasso e Freccero all’appassionato che colleziona centinaia di apparecchi televisivi), lo sguardo rivolto al futuro e ai possibili cambiamenti nella fruizione televisiva hanno contribuito a realizzare un gioiellino. “Televisori” non è certo un documentario per tutti, e le pur poppissime autrici lo sanno bene. È, più che altro, un omaggio colto e furbamente crossmediale (perché le Nostre sono anche utenti esperte di Twitter) a ciò che è stato e a ciò che inevitabilmente sarà. Le ultime battute del documentario, che aprono scenari futuribili di interazione sempre più strutturate tra tv e web, lanciano poi un amo nell’infinito mare aperto delle innovazioni tecnologiche, tra una tv stile Google Glasses e un ologramma da esibire in salotto (o in bagno, perché no?). E trattasi di scienza, non di fantascienza (citando proprio un famoso spot di un televisore di qualche decennio fa). Noi, nel frattempo, continueremo a guardare la tv (e il televisore), sperando che i miglioramenti siano qualitativi, oltre che tecnologici. E se serve un consiglio nel campo della qualità televisiva, citofonare Cagnola & Carini non sarebbe una cattiva idea.