Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Giustizia & Impunità - 23 Gennaio 2014
Giustizia, Alpa: “Tempi dei processi aumentati di 2 anni e costi alle stelle”
Un osservatorio permanente sulla giurisdizione. E’ questo il nuovo organo consultivo promosso dal Consiglio nazionale forense, e previsto nella riforma dell’ordinamento professionale degli avvocati nel 2012. Raccolta dei dati, rielaborazione e diffusione per migliorare l’efficienza della giustizia è questo lo scopo principale dell’osservatorio. L’Italia per la lunghezza dei processi è il fanalino di coda di molte classifica internazionali. “Eppure – afferma a Roma alla Camera dei deputati alla vigilia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa – ci siamo basati su quei dati per riformare il sistema dal 2005 ad oggi, e la giustizia è peggiorata. I costi – continua Alpa – sono aumentati, il servizio è rimasto lo stesso”. Alla fine il saldo secondo l’avvocatura è negativo. La durata del processo di primo e secondo grado è aumentata di circa 2 anni dal 2005 al 2011. I costi d’accesso sono lievitati del 55,62% per il primo grado, del 119,15% in appello e del 182,67% in Cassazione (contributo unificato pagato dal 2002 al 2012). “Noi avvocati abbiamo un dialogo difficile con il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, ma vorremmo cooperare e metterci a disposizione - afferma ancora Alpa – non vogliamo una giustizia di classe a cui possono accedere soltanto i più ricchi”. Un’altra proposta del governo che fa storcere il naso agli avvocati e si aggiunge all’accorpamento dei tribunali da loro tanto contestata è quella delle motivazioni dei giudici a pagamento. “In base a questa legge delega che dovrà essere presentata alla Camera - spiega il presidente – il giudice emette la sentenza, ma non ha più l’obbligo di motivarla, se non a pagamento. Tutto ciò è incostituzionale e lede il diritto di difesa” di Irene Buscemi