Se non è un’epidemia, poco ci manca. Negli ultimi tempi, infatti, sono sempre più numerose le persone che mettono “le mani nella terra”, come bisogno e sogno. Chiamalo hobby, passione, amore, ma certo è che la voglia di autoprodursi le verdure per un consumo quotidiano si allarga ogni giorno di più. Nascono orti sui terrazzi dei grattacieli di New York, nel giardino della Casa Bianca, nei piccoli spazi cittadini, nelle scuole, nei cortili di casa, nei condomini. Dove c’è uno spazio, anche piccolo da recuperare, scatta subito l’idea di un piccolo orticello da cui ricavare ortaggi freschi da consumare e condividere con amici e parenti. Vuoi mettere una bella insalatina croccante, appena raccolta e servita in tavola con olio buono? Non è un sogno e ve lo dimostrerò!
Vi dimostrerò, con idee e esempi, che è possibile coltivare verdura anche se non si ha un orto. Si può fare nel balcone di città, sulla finestra o sulla parete della cucina.
Realizzare un orto è considerato una medicina terapeutica e un antidoto alla solitudine. Zappa e vanga stanno diventando degli strumenti importanti per non stare soli. In molte città, anche italiane nascono gli orti sociali e gli orti condivisi.
Tanti i giovani che diventano imprenditori recuperando la terra incolta e trasformandola in attività produttiva. Giovani che poi vendono i loro prodotti tramite la “rete”. Complici i social network, la malattia dilaga. I forum del settore sono affollati. Ognuno vuole raccontare la sua storia. Ma a prevalere su tutto però una grande passione concentrata su come migliorarsi, come risolvere i vari problemi e come affrontare le avversità. Trucchi e idee che tutti sono pronti a suggerire per dare una mano a chi non sa o a chi comincia da zero, perché l’animo del contadino è improntato alla socialità e alla condivisione. Molte persone in questi ultimi tempi hanno fatto delle scelte drastiche, decidendo di tornare a vivere in campagna. Sono tornati a quello che un tempo chiamavamo l’autosufficienza. Dalle loro storie capiremo perché l’hanno fatto.
Come può essere un orto? Sinergico, “Fukuoha”, macrobiotico o biodinamico. Vedremo le differenze. Capiremo il significato di sovescio, consociazione, compost e idroponica. Impareremo come si fa una concimazione. Insomma i problemi legati alla conduzione di un orto sono tanti. E farlo insieme agli altri è bello! E ci fa stare bene.
Qualche anno fa il sito di Agraria ha realizzato il primo concorso per l’orto più bello. Ho partecipato con il mio piccolo orto-giardino cittadino e ho vinto il primo premio. E questo perché le mie insalate, i miei cavoli e i pomodori si sposano bene con le ortensie, con i meravigliosi iris e con i girasoli. Questa è l’entrata del mio piccolo orto cittadino. Vi piace? La gabbietta è vuota ed è solo d’arredo, era marrone e io l’ho resa un po’ shabby. Il vaso che sta sotto al nespolo, poiché adoro il recupero e non butto niente… era la seggiolina dei miei figli quando erano piccoli. Ho dovuto appendere delle buste di plastica tra i pomodori per scoraggiare i vari tipi di uccelli che girano lì e tentare di convincerli a lasciarci qualche prugna e albicocca rimasta sugli alberi.