L'apparecchio era nascosto all'interno di una poltrona nella stanza utilizzata dal dirigente, soprannominato "l'uomo dei 10 incarichi", arrestato nei giorni scorsi nell'ambito dell'inchiesta sui rifiuti
Un’altra cimice è stata scoperta negli uffici della Regione Lazio. L’apparecchio è stato trovato nella sala riunioni di Luca Fegatelli, dirigente regionale (“l’uomo dei 10 incarichi”) arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti che ha coinvolto il “Re della monnezzza” Manlio Cerroni (leggi). Nei giorni scorsi una cimice era stata trovata nella sala riunioni del presidente Nicola Zingaretti (leggi).
A trovare la cimice è stato uno dei dipendenti in servizio presso l’ufficio distaccato della Regione in via del Serafico, dove ha sede Agenzia per i beni confiscati alle organizzazioni criminali, ufficio guidato da Fegatelli. L’apparecchiatura, di fabbricazione artigianale, si trovava in una poltrona della sala dove venivano effettuate le riunioni.
A pochi giorni dalla scoperta di una cimice piazzata nella sala riunioni del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, nuova inquietante scoperta negli uffici dell’ente. Si tratta di un’altra cimice, anche questa di fabbricazione artigianale, che dai primi accertamenti appare del tutto simile a quelle che si trovano comunemente in commercio e che spesso sono munite anche di microcamere. La Procura di Roma, così come per l’apparecchiatura rinvenuta nei giorni scorsi negli uffici della presidenza in via Cristoforo Colombo, ha disposto una perizia anche se si esclude, al momento, che sia di quelle in uso alla polizia giudiziaria.
Il luogo del ritrovamento, comunque, fa propendere chi indaga ad un collegamento con la maxinchiesta sui rifiuti. Fegatelli, che si trova ai domiciliari, rappresenta, infatti, una della figure chiave della vicenda giudiziaria che coinvolge anche il “supremo” Manlio Cerroni, dominus del sistema di smaltimento dei rifiuti a Roma e nel Lazio. Questo nuovo ritrovamento si va a collocare in una vicenda giudiziaria che ha già vissuto di episodi allarmanti come il furto, nei mesi scorsi, della richiesta d’arresto per Cerroni e gli altri avvenuto negli uffici del gip del tribunale capitolino.
Il reato configurato dalla Procura è quello di installazione di apparecchiature atte a intercettare o impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche (617 bis del codice penale), per il momento contro ignoti. I carabinieri stanno, comunque, svolgendo le indagini e hanno effettuato alcuni sopralluoghi negli uffici del Serafico. Gli uomini dell’Arma potrebbero ascoltare le persone, compreso il personale addetto alle pulizie, che nelle scorse settimane hanno avuto accesso agli uffici di Fegatelli.
Anche nell’aprile 2011 furono trovate 3 microspie negli uffici della Regione, una delle quali venne mostrata alla stampa dall’allora governatore Renata Polverini. In seguito si seppe che due erano state messe negli uffici di dirigenti indagati dai carabinieri impegnati nell’inchiesta sui rifiuti.