Sappiamo che la sanità gestita è un colabrodo senza controlli.
In dieci anni in regione Lombardia i cittadini hanno speso 1,5 miliardi di euro per la tessera regionale dei servizi che, a parte rari casi, ci serve solo come codice fiscale. Ora Lombardia Informatica vuole fare utilizzare il fascicolo sanitario elettronico che porterà a enormi spese, ma manterrà le caratteristiche di gestione centrale istituzionale. Il nostro mondo sanitario in mano ad altri che si pongono al centro come fulcro fra strutture sanitarie e cittadino.
In questi giorni hanno scoperto in Inghilterra che i dati sanitari degli inglesi venivano venduti ad aziende farmaceutiche e compagnie assicurative. Elaborando statistiche su dati epidemiologici, ad esempio di una patologia dermatologica, si potrebbero veicolare le ricerche verso i farmaci che verrebbero più venduti! Oppure se i dati arrivassero in mano a compagnie assicurative potrebbero escludere alcuni tipi di intervento o procedure se venissero catalogate con incidenza massima. Naturalmente i costi sociali della salute verrebbero enormemente condizionati.
I nostri tecnici ed i fautori, traditi, della privacy ci hanno pensato o sono spinti dagli enormi guadagni collegati alla salute? Dopo aver buttato tanti soldi per gestire i nostri dati sanitari vogliono anche rubarceli per curarci meno?
Per questo sono sempre più convinto che solo prendendosi cura dei propri dati sanitari (visite, esami, interventi, fiscalità) utilizzando una chiavetta di memoria con impronte digitali, attivata al bisogno, collegata ad una nuvola di immagazzinamento, possa essere utile per risparmiare enormemente su società di gestione che vendono a caro prezzo “il nostro sangue“. Questo è possibile con History Health.
Occorre imporre il modello personale di gestione della nostra salute con sistemi certificati di lettura: ognuno il proprio e nessuno il nostro.