“La Corte di Cassazione nel respingere la richiesta di rimessione di quei procedimenti ad altro distretto, ha preso una storica decisione“. Questo il parere del presidente della Corte d’appello di Milano Giovanni Canzio all’inaugurazione dell’anno giudiziario (in corso in tutta Italia) riferendosi alla richiesta di Silvio Berlusconi di trasferire i suoi processi. Prima a Monza, poi al tribunale dei Ministri, infine a Brescia con istanza di “legittimo sospetto” presentata dagli avvocati Ghedini e Longo contro il Tribunale di Milano. Polemica vecchia e mai risolta, quella del leader di Forza Italia nei confronti della magistratura.
Proprio ieri, con una nota, era tornato sul tema: “Quando un giorno la mia innocenza sarà pienamente riconosciuta, grazie a quei giudici coscienziosi e privi di animosità politica che io spero sempre di trovare, gli italiani potranno comprendere appieno la vera e propria barbarie giudiziaria in cui l’Italia è precipitata. Una degenerazione dei principali capisaldi del diritto che ha riservato a me e alle persone che mi stimano e mi vogliono bene un’umiliazione e soprattutto un dolore difficilmente immaginabili da parte di chi non vive l’incubo di accuse tanto ingiuste quanto infondate”. Il presidente Canzio ha ricordato come i giudici milanesi siano alle volte “stati oggetto di sommarie e ingiuste accuse di parzialità e di mancata serenità di giudizio, solo perché funzionalmente investiti della definizione di taluni procedimenti a forte sovraesposizione mediatica, per lo spiccato rilievo politico e sociale che li caratterizzava” tra cui proprio i processi a carico di Berlusconi, a cui si è recentemente aggiunto un nuovo filone (Ruby ter).
Palermo, il presidente della Corte d’Appello: “Mai sospetti su Napolitano”
Alta tensione a Palermo, dove l’argomento principale della relazione del nuovo anno giudiziario è Giorgio Napolitano e il processo in corso sulla Trattativa. Se da un lato il presidente della Repubblica era riuscito a far distruggere le intercettazioni a suo carico, dall’altra era stato convocato come teste nel processo. “Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti del Capo dello Stato, per cui quando si è tentato di offuscare la sua immagine con il sospetto di sue interferenze in un grave procedimento in corso qui a Palermo, sospetti che i nostri giudici hanno dichiarato da subito totalmente infondati, sentiamo di dovergli rinnovare l’impegno, assunto col giuramento all’inizio del nostro lavoro, di fedeltà alla legge e alla Costituzione, di cui egli è supremo garante”, ha detto il presidente della Corte d’appello di Palermo, Vincenzo Oliveri. Riferimenti diretti alle intercettazioni delle chiamate tra Giorgio Napolitano e l’ex ministro Nicola Mancino, acquisite nell’inchiesta sulla Trattativa e poi distrutte. Sempre parlando di Napolitano, Oliveri ha ricordato “il sostegno morale che egli ha sempre dato alla magistratura quando, in tempi che purtroppo non sembrano ancora finiti, siamo stati destinatari di gravi quanto risibili accuse, ma anche per la fermezza con cui altrettanto spesso ci ha richiamati a un costume ispirato a sobrietà ed a riservatezza, invitandoci ad astenerci da condotte che possono incidere sull’immagine di terzietà che deve assistere ciascun magistrato”. Poi un riferimento diretto a Cosa nostra: “La mafia continua a esercitare il suo diffuso, penetrante e violento controllo sulle attività economiche, sociali e politiche nel territorio, anche se il dato statistico rivela un’attenuazione del fenomeno criminale (84 procedimenti nel 2012 e 71 nel 2013). Accanto al pizzo e ai consueti metodi di approvvigionamento economica, la mafia si è spostata “verso l’interessamento nei settori delle energie rinnovabili e dello smaltimento dei rifiuti, con rinnovato interesse e un notevole incremento del traffico di sostanze stupefacenti”. Poi il procuratore di Palermo, Francesco Messineo: “L’anno giudiziario si innesta quest’anno in un particolare clima dovuto alle minacce di Totò Riina e le altre minacce nei confronti di altri magistrati”. Sul tema è intervenuto anche il presidente del Senato Pietro Grasso, a margine della cerimonia: “Sono qui per esprimere la mia solidarietà e la mia vicinanza ai magistrati palermitani che continuano a trovarsi nel cono d’ombra delle minacce e delle intimidazioni mafiose”.
Torino, procuratore generale: “Terrorismo anarchico minaccia il Paese”
Esiste “un’area marginale ma non trascurabile di soggetti anarchici che, operando su un doppio livello, palese e occulto, costituiscono una minaccia per le regole costituzionali del Paese puntando, attraverso atti di terrorismo, all’eversione del sistema democratico”. Così Marcello Maddalena, procuratore generale del Piemonte, in un documento citato in occasione dell’anno giudiziario. Mentre Mario Barbuto, presidente della Corte d’Appello, parla dei ricorsi per le elezioni regionali: è colpa di un “bizantinismo sofisticato” delle norme se la partita dei ricorsi è durata tanto a lungo.
Roma, presidente corte d’Appello: “Mafie attratte dalla Capitale”
Le organizzazioni criminali di stampo mafioso, soprattutto ‘Ndrangheta e Camorra, che operano nel Lazio, specie a Roma, trovano nella Capitale “una sicura attrattiva” in quanto “dopo la Banda della Magliana nessuna aggregazione criminale è riuscita ad assumere un atteggiamento egemone sulle altre. Ciò comporta che la mafia non ha alcuna necessità di contendere i comparti economico-imprenditoriali”. Lo ha affermato il presidente facenti funzioni della Corte di Appello di Roma Catello Pandolfi inaugurando l’anno giudiziario.
Napoli, protesta degli avvocati: in aula con le mani legate
Mani legate e una fascia tricolore sulle toghe con la scritta “In difesa dei diritti”. Così gli avvocati del Consiglio dell’Ordine di Napoli si sono presentati alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Castel Capuano in segno di protesta per le mancate riforme della giustizia. La protesta prima dell’inizio della relazione del presidente della Corte di Appello, Antonio Buonajuto.
Genova, procuratore generale: G8, nuovo procedimento disciplinare
“Un nuovo procedimento disciplinare”a carico di quei poliziotti che, essendo stati condannati in via definitiva per le violenze nella caserma di Bolzaneto, a Genova, durante il G8 del luglio 2001 “non hanno perso il posto di lavoro”. Lo ha annunciato il Procuratore generale della Corte d’appello di Genova, Vito Monetti, durante il suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. “All’esito del processo penale – ha detto ancora Monetti – il mio ufficio ha aperto un procedimento per l’applicazione delle sanzioni disciplinari nei confronti di coloro che risultavano essere ancora in servizio come dipendenti della Polizia. La stampa nazionale ha riferito che si sarebbero conclusi nella competente sede ministeriale i procedimenti disciplinari e essendo stata ritenuta la natura colposa delle condotte sono state applicate sanzioni che non hanno implicato la perdita dell’impiego. Di conseguenza – ha ribadito il procuratore generale – il procedimento iniziato dal mio ufficio dovrà avere nuovo impulso”.
Giustizia & Impunità
Anno giudiziario, magistrati a Berlusconi: “Contro di noi gogna infamante”
Inaugurazione dell'anno giudiziario in tutta Italia. Dura replica di Giovanni Canzio alle critiche del leader di Forza Italia alla magistratura milanese: "Le toghe sono state oggetto di sommarie e ingiuste accuse di parzialità". A Palermo l'argomento principale della relazione del nuovo anno giudiziario è Giorgio Napolitano e il processo in corso sulla Trattativa: "Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti del Capo dello Stato", dice il presidente della Corte d’appello, Vincenzo Oliveri. Il procuratore Messineo: "Particolare clima dovuto alle minacce di Totò Riina"
“La Corte di Cassazione nel respingere la richiesta di rimessione di quei procedimenti ad altro distretto, ha preso una storica decisione“. Questo il parere del presidente della Corte d’appello di Milano Giovanni Canzio all’inaugurazione dell’anno giudiziario (in corso in tutta Italia) riferendosi alla richiesta di Silvio Berlusconi di trasferire i suoi processi. Prima a Monza, poi al tribunale dei Ministri, infine a Brescia con istanza di “legittimo sospetto” presentata dagli avvocati Ghedini e Longo contro il Tribunale di Milano. Polemica vecchia e mai risolta, quella del leader di Forza Italia nei confronti della magistratura.
Proprio ieri, con una nota, era tornato sul tema: “Quando un giorno la mia innocenza sarà pienamente riconosciuta, grazie a quei giudici coscienziosi e privi di animosità politica che io spero sempre di trovare, gli italiani potranno comprendere appieno la vera e propria barbarie giudiziaria in cui l’Italia è precipitata. Una degenerazione dei principali capisaldi del diritto che ha riservato a me e alle persone che mi stimano e mi vogliono bene un’umiliazione e soprattutto un dolore difficilmente immaginabili da parte di chi non vive l’incubo di accuse tanto ingiuste quanto infondate”. Il presidente Canzio ha ricordato come i giudici milanesi siano alle volte “stati oggetto di sommarie e ingiuste accuse di parzialità e di mancata serenità di giudizio, solo perché funzionalmente investiti della definizione di taluni procedimenti a forte sovraesposizione mediatica, per lo spiccato rilievo politico e sociale che li caratterizzava” tra cui proprio i processi a carico di Berlusconi, a cui si è recentemente aggiunto un nuovo filone (Ruby ter).
Palermo, il presidente della Corte d’Appello: “Mai sospetti su Napolitano”
Alta tensione a Palermo, dove l’argomento principale della relazione del nuovo anno giudiziario è Giorgio Napolitano e il processo in corso sulla Trattativa. Se da un lato il presidente della Repubblica era riuscito a far distruggere le intercettazioni a suo carico, dall’altra era stato convocato come teste nel processo. “Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti del Capo dello Stato, per cui quando si è tentato di offuscare la sua immagine con il sospetto di sue interferenze in un grave procedimento in corso qui a Palermo, sospetti che i nostri giudici hanno dichiarato da subito totalmente infondati, sentiamo di dovergli rinnovare l’impegno, assunto col giuramento all’inizio del nostro lavoro, di fedeltà alla legge e alla Costituzione, di cui egli è supremo garante”, ha detto il presidente della Corte d’appello di Palermo, Vincenzo Oliveri. Riferimenti diretti alle intercettazioni delle chiamate tra Giorgio Napolitano e l’ex ministro Nicola Mancino, acquisite nell’inchiesta sulla Trattativa e poi distrutte. Sempre parlando di Napolitano, Oliveri ha ricordato “il sostegno morale che egli ha sempre dato alla magistratura quando, in tempi che purtroppo non sembrano ancora finiti, siamo stati destinatari di gravi quanto risibili accuse, ma anche per la fermezza con cui altrettanto spesso ci ha richiamati a un costume ispirato a sobrietà ed a riservatezza, invitandoci ad astenerci da condotte che possono incidere sull’immagine di terzietà che deve assistere ciascun magistrato”. Poi un riferimento diretto a Cosa nostra: “La mafia continua a esercitare il suo diffuso, penetrante e violento controllo sulle attività economiche, sociali e politiche nel territorio, anche se il dato statistico rivela un’attenuazione del fenomeno criminale (84 procedimenti nel 2012 e 71 nel 2013). Accanto al pizzo e ai consueti metodi di approvvigionamento economica, la mafia si è spostata “verso l’interessamento nei settori delle energie rinnovabili e dello smaltimento dei rifiuti, con rinnovato interesse e un notevole incremento del traffico di sostanze stupefacenti”. Poi il procuratore di Palermo, Francesco Messineo: “L’anno giudiziario si innesta quest’anno in un particolare clima dovuto alle minacce di Totò Riina e le altre minacce nei confronti di altri magistrati”. Sul tema è intervenuto anche il presidente del Senato Pietro Grasso, a margine della cerimonia: “Sono qui per esprimere la mia solidarietà e la mia vicinanza ai magistrati palermitani che continuano a trovarsi nel cono d’ombra delle minacce e delle intimidazioni mafiose”.
Torino, procuratore generale: “Terrorismo anarchico minaccia il Paese”
Esiste “un’area marginale ma non trascurabile di soggetti anarchici che, operando su un doppio livello, palese e occulto, costituiscono una minaccia per le regole costituzionali del Paese puntando, attraverso atti di terrorismo, all’eversione del sistema democratico”. Così Marcello Maddalena, procuratore generale del Piemonte, in un documento citato in occasione dell’anno giudiziario. Mentre Mario Barbuto, presidente della Corte d’Appello, parla dei ricorsi per le elezioni regionali: è colpa di un “bizantinismo sofisticato” delle norme se la partita dei ricorsi è durata tanto a lungo.
Roma, presidente corte d’Appello: “Mafie attratte dalla Capitale”
Le organizzazioni criminali di stampo mafioso, soprattutto ‘Ndrangheta e Camorra, che operano nel Lazio, specie a Roma, trovano nella Capitale “una sicura attrattiva” in quanto “dopo la Banda della Magliana nessuna aggregazione criminale è riuscita ad assumere un atteggiamento egemone sulle altre. Ciò comporta che la mafia non ha alcuna necessità di contendere i comparti economico-imprenditoriali”. Lo ha affermato il presidente facenti funzioni della Corte di Appello di Roma Catello Pandolfi inaugurando l’anno giudiziario.
Napoli, protesta degli avvocati: in aula con le mani legate
Mani legate e una fascia tricolore sulle toghe con la scritta “In difesa dei diritti”. Così gli avvocati del Consiglio dell’Ordine di Napoli si sono presentati alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Castel Capuano in segno di protesta per le mancate riforme della giustizia. La protesta prima dell’inizio della relazione del presidente della Corte di Appello, Antonio Buonajuto.
Genova, procuratore generale: G8, nuovo procedimento disciplinare
“Un nuovo procedimento disciplinare”a carico di quei poliziotti che, essendo stati condannati in via definitiva per le violenze nella caserma di Bolzaneto, a Genova, durante il G8 del luglio 2001 “non hanno perso il posto di lavoro”. Lo ha annunciato il Procuratore generale della Corte d’appello di Genova, Vito Monetti, durante il suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. “All’esito del processo penale – ha detto ancora Monetti – il mio ufficio ha aperto un procedimento per l’applicazione delle sanzioni disciplinari nei confronti di coloro che risultavano essere ancora in servizio come dipendenti della Polizia. La stampa nazionale ha riferito che si sarebbero conclusi nella competente sede ministeriale i procedimenti disciplinari e essendo stata ritenuta la natura colposa delle condotte sono state applicate sanzioni che non hanno implicato la perdita dell’impiego. Di conseguenza – ha ribadito il procuratore generale – il procedimento iniziato dal mio ufficio dovrà avere nuovo impulso”.
B.COME BASTA!
di Marco Travaglio 14€ AcquistaArticolo Precedente
Carceri, presidente Cassazione: “Indulto per ridurre subito il numero dei detenuti”
Articolo Successivo
Sanità, indagato Mastrapasqua: “Cartelle truccate per gonfiare i rimborsi”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Trump “aiuterà Kiev ad avere più difesa aerea dall’Ue” e ipotizza controllo Usa delle centrali ucraine. Zelensky: “Possibile pace quest’anno”
Politica
La Lega in Aula: “Dov’è l’ugenza per il riarmo da 800 miliardi?”. Meloni attacca il Manifesto di Ventotene: è caos. Le opposizioni: “Vuole coprire le liti con Salvini”
Politica
“Più efficienza bellica in tempi di pace per inevitabili guerre”: così il Manifesto parla dell’Ue di oggi
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "È grave che Rai News abbia censurato l’ultima parte del discorso della segretaria Schlein. Dallo sfiduciato Petrecca, un ultimo colpo di coda a sostegno della propaganda di governo, forse come ringraziamento per il passaggio di sede." Così i componenti democratici del gruppo PD in Commissione di vigilanza Rai, che hanno deciso di riportare integralmente la parte del discorso "censurato".
Eccola: “La Presidente Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l’Unione s’è fondata dagli attacchi di Trump e di Musk, ma ha deciso qui di nascondere le divisioni del governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo i vostri tentativi di riscrivere la storia. Lei in quest’aula ha oltraggiato la memoria del manifesto di Ventotene, riconosciuto da tutti come la base su cui si è fondata l’Unione europea, perché scritto da giovani mandati al confino dai fascisti che non risposero all’odio e alla privazione di libertà con altro odio, ma con una visione di Europa federale che superasse i nazionalismi che nel nostro continente hanno prodotto soltanto guerre, anche oggi. Non si permetta mai più di oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Ernesto e Ada Rossi, Eugenio Colorni, se siamo qui a discutere in un Parlamento democratico è grazie a persone come loro. Lei dice che quell’Europa non è la sua. E allora le chiedo se la sua Italia è quella della Costituzione perché sono gli stessi antifascisti che l’hanno scritta. E stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista pure lei”.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Via libera all'unanimità da parte dell'aula del Senato al progetto di legge sui viaggi nella memoria nei campi nazisti per le scuole. Approvato anche il ddl sui Nuovi giochi della Gioventù.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Voto 'ordinato' nel Pd sulle risoluzioni delle altre opposizioni. Il gruppo si è attenuto all'indicazione di astensione sui testi degli altri gruppi di minoranza, di voto favorevole al punto del documento di Avs sul no all'espulsione dei palestinesi da Gaza e contrario, sempre nella risoluzione di Alleanza Verdi e Sinistra, sullo stop dell'invio di forniture militari a Kiev. C'è stata però un'eccezione nel gruppo: Lorenzo Guerini ha votato a favore anche delle risoluzioni di Azione e Più Europa, come si vede dai tabulati. Anche la leghista Giovanna Miele ha votato il testo di Azione.
Roma, 19 mar. - (Adnkronos) - Nessun cambiamento di linea da parte della Federal Reserve: con un voto quasi all'unanimità - un solo contrario - i membri del Fomc, il comitato di politica monetaria della banca centrale americana, hanno infatti deciso di mantenere fermo l'intervallo di riferimento per il tasso dei federal funds al 4,25%-4,50%. Ala base della decisione, si sottolinea nel comunicato finale, un livello di inflazione "che rimane piuttosto elevato".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Trump annuncia dazi ma anziché alzare la voce con Trump, Meloni se la prende con l'Ue che cerca di reagire". Lo dice Elly Schlein nelle dichiarazioni di voto alla Camera.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Il piano Rearm Eu va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo di 27 Stati membri. L'unico contributo al dibattito che ha dato Meloni è stato quello di chiedere che sia cambiato il nome. E invece è quel piano che va cambiato radicalmente perchè allontana una vera difesa comune europea. Serve la difesa comune e non la corsa al riarmo dei singoli Stati" e va fatta "con gli investimenti comuni e col debito europeo, non col debito nazionale". Lo ha detto Elly Schlein nelle dichiarazioni di voto alla Camera.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - L’ambiente domestico italiano si sta trasformando, con una crescente adozione di tecnologie smart per la pulizia che promettono di semplificare la vita e liberare tempo prezioso. A fare luce su questa tendenza è una ricerca commissionata da Roborock, leader mondiale nella robotica domestica ultra-intelligente, e condotta da Bva Doxa, azienda leader nelle ricerche di mercato in Italia e parte del gruppo Bva. Lo studio svela un mercato in fermento, con un elevato livello di conoscenza dei robot aspirapolvere e un apprezzamento diffuso per i benefici che offrono. L'indagine ha permesso di delineare diversi profili attitudinali tra gli italiani, evidenziando come l'approccio alle pulizie automatizzate sia tutt'altro che uniforme: a dominare il panorama è il "Pragmatico Digitale" (62%), che valuta attentamente l'efficacia delle nuove tecnologie prima di adottarle. Seguono i "Tech-Entusiasti" (25%), maggiormente propensi a introdurre l'innovazione nelle loro case, con una maggiore concentrazione tra gli uomini (circa il 30%) e nella fascia d'età 25-44 anni. Gli "Scettici Tradizionalisti" rappresentano invece il 13% del campione, con una rappresentanza significativa di intervistati over 45.
La ricerca Doxa dipinge un quadro chiaro: i robot aspirapolvere non sono più un oggetto ostico e di difficile gestione, ma una presenza sempre più familiare nelle case degli italiani, in particolare in quelle in cui vivono animali domestici. Il 90% degli intervistati dichiara di conoscere questi dispositivi, segno di una crescente consapevolezza dei vantaggi che possono offrire. Non si tratta solo di conoscenza teorica, ma anche di apprezzamento concreto: il 70% degli italiani ritiene che i robot aspirapolvere semplifichino la vita, liberando tempo da dedicare ad attività più piacevoli delle faccende domestiche. Un ulteriore dato interessante riguarda la percezione di competenza: il 61% degli italiani si sente competente nell'uso dei robot aspirapolvere, segno di una buona familiarità con la tecnologia e di una crescente fiducia nelle proprie capacità di gestirla al meglio.
Per i pet owner, poi, i robot aspirapolvere rappresentano un vero e proprio alleato nella lotta contro peli, sporco e allergeni, contribuendo a mantenere un ambiente domestico più pulito e salubre. Non a caso, il 68% dei possessori di animali domestici li considera strumenti almeno molto utili, con un picco del 32% che li definisce "estremamente utili". Questo beneficio è particolarmente sentito nelle regioni del Sud, dove le attività all'aperto possono portare più sporco in casa.
Nel contesto generale emerge chiaramente quanto gli italiani abbiano a cura la pulizia della casa, dedicandole oltre sei ore a settimana nel 25% dei casi. Nel dettaglio, il 59% degli intervistati – principalmente donne – dichiara di essere l’unico in famiglia a prendersi carico da solo di questo compito. Spicca quindi come molto positivo il supporto di aspirapolvere robot: coloro che già li utilizzano, apprezzano soprattutto il tempo risparmiato, che può essere dedicato ad attività piacevoli e gratificanti. Nello specifico, il 37% degli intervistati dichiara di utilizzare questo tempo per prendersi cura di sé, con una maggiore propensione da parte delle donne (43%) che dichiarano di trovare finalmente spazio per il ‘me-time’ e il benessere personale. Un altro 32% lo dedica invece a trascorrere più tempo con la famiglia.
La ricerca ha inoltre evidenziato come l'adozione di un robot per la pulizia dei pavimenti porti, per quasi due intervistati su tre tra i possessori di un robot, a una significativa riduzione del carico di lavoro, con il 27% che ha visto un miglioramento per tutti i componenti della famiglia. Tale percezione è particolarmente sentita dai "Tech-Entusiasti" (74%), dagli uomini (66%) e dagli abitanti del Sud Italia (67%). Inoltre, il 27% si aspetta una gestione più equa dei compiti domestici tra i membri del nucleo familiare, contribuendo a un ambiente più armonioso tra le mura di casa.
Gli italiani guardano al futuro con fiducia, immaginando un mondo in cui i robot aspirapolvere saranno sempre più integrati nella vita quotidiana. Il 73% degli intervistati è convinto che questi dispositivi diventeranno la norma entro i prossimi dieci anni, segno di una crescente fiducia nelle potenzialità dell'automazione domestica. Le aspettative per il futuro si concentrano su una maggiore capacità di pulizia e sanificazione degli ambienti domestici (26%), sulla capacità dei robot di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni casa (25%) e sulla possibilità di automatizzare sempre più la pulizia e la manutenzione (25%).
Nonostante l'interesse e l'apprezzamento, la ricerca Doxa per Roborock evidenzia alcune barriere che frenano un'adozione ancora più ampia dei robot aspirapolvere. Il costo iniziale elevato rappresenta la principale preoccupazione per il 43% degli italiani, che cercano soluzioni accessibili e con un buon rapporto qualità-prezzo. Da evidenziare, però, come chi abbia già un robot sia propenso ad una spesa più elevata rispetto alla media, riconoscendo il valore aggiunto dello strumento: tra chi è disposto a spendere oltre 200 euro, infatti, il 76% è già possessore di questo device. Altre perplessità riguardano l'affidabilità (25%) e l'autonomia delle batterie (24%), che devono garantire una pulizia completa e senza interruzioni.
Anche gli ingombri domestici rappresentano un ostacolo significativo: il 79% degli intervistati ritiene che i robot abbiano difficoltà a navigare in ambienti con molti ostacoli, come mobili, tappeti e, soprattutto, giocattoli e accessori per animali domestici. Questo aspetto è particolarmente rilevante per chi vive in contesti più piccoli, dove lo spazio è limitato e gli ostacoli sono più frequenti.
Infine, la fiducia nell'automazione completa è ancora in fase di sviluppo: solo il 21% si dichiara totalmente disponibile a delegare la gestione manuale, mentre il 56% preferisce un approccio graduale, che consenta di mantenere un certo controllo sulle attività di pulizia, soprattutto in presenza di animali domestici che richiedono un'attenzione particolare.