Niente Mondiali di Spagna 2014. Dopo aver fallito di un soffio la qualificazione nel corso degli ultimi Europei in Slovenia, all’Italia del basket restava la flebile speranza di una wild-card assegnata dalla Fiba (International Basketball Federation). Fino ad oggi. Stamattina la Federazione italiana ha ufficializzato la rinuncia. Il motivo? Il costo economico troppo elevato. Solo per poter partecipare alla corsa per le wild-card, la Fiba chiedeva una tassa di iscrizione di un milione di franchi svizzeri: più di 800mila euro, quasi un terzo dei contributi annuali ricevuti dal Coni per la parte sportiva. Davvero troppo per la Federazione Italiana Pallacanestro. Anche perché c’erano candidate più forti in lizza.
Difficile per l’Italia competere, complici anche i recenti infortuni degli Nba Danilo Gallinari (per lui altra operazione al ginocchio, salterà l’intera stagione senza giocare neppure una partita) e Andrea Bargnani (fuori a tempo indeterminato per un problema al gomito): senza di loro l’appeal internazionale del roster azzurro cala sensibilmente. Ma la questione, più che tecnica, è principalmente economica. Il regolamento prevede che non più di tre wild card possano essere assegnate ad un solo continente. Quasi scontata la scelta del Brasile per il Sudamerica, spera anche la Cina come rappresentante dell’Asia. Per quel che riguarda l’Europa, invece, al mondiale ci andranno squadre che agli Europei sono state sconfitte dall’Italia e hanno ottenuto un posizionamento peggiore. Quasi sicuramente la Turchia, che ha alle spalle la Beko, colosso di elettrodomestici sponsor ufficiale della rassegna iridata. Probabilmente la Grecia e forse la Russia, le cui federazioni hanno ampie possibilità finanziarie e si vocifera siano pronte a mettere sul piatto cifre a sei zeri per garantirsi la partecipazione che non sono riuscite a conquistare sul campo.
L’assegnazione della wild-card si trasforma in un’asta e l’Italia passa la mano. “E’ una scelta dolorosa ma siamo a posto con la coscienza”, ha dichiarato il presidente federale (nonché ex numero uno del Coni) Gianni Petrucci. “In questo momento fare un’offerta economica del genere non è eticamente percorribile”. Scelta approvata anche dal presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Condivido in pieno la decisione della Federazione. Si tratta di un atto di buonsenso che tiene conto del contesto attuale e del momento che sta attraversando il Paese”. Ci sarebbe da interrogarsi sui criteri di assegnazione poco trasparenti degli ultimi posti. Chiedersi se sia giusto che a decidere la partecipazione alla massima rassegna internazionale siano fattori economici e non meramente sportivi. Domandarsi il perché la Fiba continui a riservarsi quattro wild-card, invece di assegnare semplicemente un posto in più ai vari tornei di qualificazione: gli Europei, ad esempio, avrebbero potuto qualificare le prime otto squadre invece che le prime sette (così l’Italia in Spagna ci sarebbe andata di diritto). Ma la risposta a queste domande vale poco. L’unica certezza, oggi, è che l’Italia ai prossimi mondiali non ci sarà. E’ la seconda assenza consecutiva, che prolunga un tunnel decennale da cui il basket azzurro proprio non riesce ad uscire.