Il segretario democratico Matteo Renzi diserta Riccione e manda il suo fedelissimo, accolto dalla contestazione della platea: "Correzioni a legge elettorale? Nessuna preclusione se c'è accordo di tutti". Vendola: "Sì dialogo, ma non chiediamo aiutino"
Contestazioni e aperture politiche. Quello di oggi a Riccione è il giorno del confronto con il Pd per Sinistra Ecologia e Libertà, che sta celebrando il proprio congresso nazionale in Romagna. L’ospite d’onore doveva essere Matteo Renzi, che però a quanto pare avrebbe preferito annullare l’appuntamento, ‘mandando’ da Sel il fedele Stefano Bonaccini. Che non ha avuto un’accoglienza ‘amichevole’. L’esponente del Pd è salito sul palco e, rivolgendosi ai 900 delegati presenti in sala, ha esordito con la frase “cari compagni e compagne…”. Selva di fischi e insulti (“Buffone, vergogna”). Bonaccini ha provato a stemperare la tensione con una battuta, rispondendo “non mi dimetto” a chi gli ha detto “Bonaccini chi?”. Chiaro il riferimento alla risposta di Matteo Renzi alle domande sulle critiche dell’ex viceministro Fassina, poi dimessosi.
Fischi e contestazioni per il renziano Bonaccini
Successivamente, il responsabile dem ha ripreso la parola e raccolto applausi solo quando ha ricordato le vittime delle alluvioni di questi giorni. Quindi è tornato a parlare dell’azione di governo. Senza successo. Dalla sala, infatti, un’altra voce lo ha insultato: “Buffone, vergogna”. I fischi e le contestazioni sono aumentati. E quando il renziano ha assicurato che nessuno intende più “fare un governo con Berlusconi“, i delegati hanno protestato al grido “non è vero!!”. A quel punto è intervenuto il leader di Sel Nichi Vendola, che ha invitato la sala a lasciar parlare l’esponente del Pd. Il governatore della Puglia ha raccolto gli applausi della sala ma, poco dopo, fischi e mugugni sono ripresi.
Nonostante la contestazione, Bonaccini nel suo intervento ha toccato tutta una serie di punti, a cominciare dal conflitto di interessi. “In tal senso non abbiamo nessuna preclusione, d’altra parte l’accordo con il principale partito di opposizione lo facciamo per non tornare mai più insieme al governo” ha detto il membro della segreteria Pd e segretario del partito emiliano-romagnolo, sottolineando di voler “chiudere la stagione del berlusconismo battendolo nelle urne”. Inoltre, ha proseguito Bonaccini, “in un Paese civile, in una democrazia normale, gli accordi si fanno con tutti e poi, però, ci si divide tra opposizione e maggioranza quando si deve governare il Paese”.
L’apertura: “Su soglie sbarramento ok a correzioni se tutto d’accordo”
Subito dopo, però, Bonaccini ha offerto un’apertura politica non di poco conto a Sel per quanto riguarda la nuova legge elettorale. Il partito di Vendola, infatti, si era schierato con forza contro le soglie di sbarramento troppo alte, raccogliendo da Renzi una chiusura totale sul tema. Bonaccini, però, ha detto altro. “Se nelle prossime ore, nella discussione che si sta facendo, si trovano, tra tutti, a larga maggioranza, possibilità di correzioni che riguardino anche la soglia di sbarramento, non abbiamo preclusioni”. Una mano tesa, insomma, alle richieste di Sel e di tutti gli altri partiti minori, alle cui rimostranze il segretario Pd aveva risposto con un laconico “si arrangino“.
Di tutt’altro tenore, invece, le parole di Bonaccini, che ha affermato di considerare Sel “una forza importante con la quale non solo vogliamo dialogare ma farci una alleanza davvero”. Il discorso, poi, è stato spostato sulle prossime elezioni amministrative e regionali: “Tra poche settimane si voterà in quattromila Comuni italiani, il 16 febbraio si voterà in una regione importante come la Sardegna – ha aggiunto – dove siamo alleati e saremo alleati più o meno ovunque”. Ad ogni modo, ha proseguito l’esponente del Pd, “vogliamo dire anche che questo Paese, dopo tanti anni di chiacchiere, ha bisogno di riforme importanti, dalla legge elettorale all’abolizione del Senato, al superamento del bicameralismo perfetto, ad una riforma – ha concluso Bonaccini – del titolo quinto della Costituzione”. Alla fine del suo intervento, la platea dei 900 delegati si è divisa. Una parte ha continuato la sua contestazione con qualche “buu”, ma dalla sala si è alzato anche un timido applauso. L’apertura politica, tuttavia, resta. Ed è destinata a tenere banco nei prossimi giorni.
Vendola: “Sel incontra il Pd ma non chiede aiutini”
La conferma è arrivata a stretto giro di posta, con il leader di Sel Vendola che non ha mancato di criticare il segretario per aver disertato il congresso. “Mi è dispiaciuto non vedere Matteo Renzi qui a Riccione” ha detto Vendola, secondo cui “il dialogo è più importante quando ci sono divergenze di opinione”. Diverso il discorso del governatore pugliese per quanto riguarda Bonaccini: “Ho apprezzato chi è venuto a rappresentare il Pd, dichiarandosi disponibile a superare le criticità sulla legge elettorale” ha detto Vendola. Che, però, ha sottolineato come la mano tesa del Pd sulle soglie di sbarramento non deve essere interpretata come una “richiesta d’aiuto” da parte del suo partito. Parole chiare quelle di Vendola: “I vertici di Sel incontreranno quelli del Pd a condizione che si capisca che non siamo qui a chiedere l’elemosina. Siamo pronti a discutere con la considerazione ed il rispetto che meritiamo. Non siamo qui a chiedere aiutino”.
Bonaccini: “Fischi? E’ la democrazia bellezza”
La contestazione con cui è stato accolto a Riccione non ha tuttavia turbato più di tanto Bonaccini. “Nulla di clamoroso. Sidice ‘E’ la democrazia, bellezza’: si accetta qualche contestazione e si accettano gli applausi in alcuni passaggi che non erano scontati”. A chi gli chiedeva perché non fosse venuto a Riccione il segretario del Pd, Matteo Renzi, Bonaccini si è limitato a replicare: “Renzi era all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Firenze nella sua qualità di sindaco, mentre a Riccione è venuto Stefano Bonaccini che è venuto a dire cosa il Pd intende fare oggi e per il futuro”. La sua, quindi, è da intendere come la voce ufficiale del Partito democratico, al cui interno – a sentire il renziano – non ci saranno diaspore. “Io sono convinto che nessuno se ne andrà dal Pd” ha detto Bonaccini, replicando a chi gli chiedeva se vi possa essere una rottura sul tema delle preferenze della nuova legge elettorale. ‘Franchi tiratori‘ sul tema delle preferenze? “Credo che chi volesse la testa di Renzi o fermare il cambiamento che il Pd ha promesso al paese non andrebbe incontro ad una stagione fortunata. Dopodiché – ha concluso Bonaccini – in un grande partito c’è dialettica ed è utile che ci sia”. Renzi nuovo Berlusconi? “Assolutamente no: noi saremo proprio l’alternativa” ha risposto Bonaccini.