Amministratori locali e abitanti del territorio si sono ritrovati a Ottone, a cavallo tra Emilia Romagna e Liguria per denunciare le cattive condizioni del transito nella zona: "Anas cerca di mascherare il problema, ma non possiamo andare avanti così"
“L’Anas ha cercato, ancora una volta, di mascherare il problema ma su questa strada si rischia la vita”. L’esasperazione è sfociata in una protesta da parte dei cittadini, alla quale hanno aderito alcuni amministratori locali, che si sono ritrovati a Gorreto, nei pressi di Ottone (Piacenza) a cavallo tra Emilia Romagna e Liguria, per bloccare la Statale 45. Non perché, come accade di solito, una nuova frana impedisce il transito ma per lanciare la campagna di sesibilizzazione della popolazione e delle istituzioni sull’insicurezza nella quale vivono coloro che sono costretti a usare questa strada, che collega Piacenza a Genova. Parliamo di un arteria viabilistica che, in teoria, dovrebbe essere centrale per i trasporti e il turismo ma che, da oltre 30 anni, è stata abbandonata da chi di dovere.
Così, su sollecitazione dell’associazione XXV Aprile ottonese, sono stati molti coloro che si sono ritrovati per manifestare. Chi direttamente sulla carreggiata, bloccando il traffico e distribuendo volantini informativi, chi invece, come i commercianti del paese, hanno deciso di abbassare le saracinesche e rimanere chiusi in segno di solidarietà. Una Statale 45, due situazioni ben diverse. Mentre i vicini liguri nei mesi scorsi avevano presentato un progetto di ammodernamento con uno stanziamento di ben 45 milioni di euro, nel tratto piacentino i lavori latitano anche solo per la messa in sicurezza. “Sono sempre state fatte promesse poi non mantenute – ha detto Roberto Lucà, dell’associazione che ha indetto il presidio -. E’ inutile che Anas, in questi giorni, abbia coperto alcune buche con dell’asfalto sulla carreggiata oppure abbia sostituito dei guard rail sulle curve, quando ormai non ci sono più le fondamenta e l’intera struttura sta scivolando verso valle. In più continuano a passare mezzi pesanti che aggravano il tutto. Come si dice dalle nostre parti: stucco e pittura fa bella figura. Ma il problema è solo occultato, non risolto”. Lo ha confermato poi il sindaco di Ottone, Giovanni Pizza: “Abbiamo progetti già elaborati e approvati per il ripristino in alcuni tratti. Il problema sono i finanziamenti: il ministero e Anas devono provvedere a dare finanziamenti. Finora non lo hanno fatto e intanto la zona è sempre più pericolosa da percorrere”.
Gli ha fatto eco l’ingegner Gianluca Croce che, oltre ad essere un esperto che vive da anni in zona, è consigliere comunale della lista Ottone libera: “I dissesti che si stanno amplificando nel tempo e gli interventi finora non sono mai stati sufficienti. Sono 40 anni che abito qui e le istituzioni sono sempre state assenti. Ogni tratto e ogni curva sono pericolosi. In più si aggiunge la frustrazione di chi si sente arrivato a un punto limite di sopportazione”. Presenti alla manifestazione anche altri amministratori locali, come il sindaco di Gorreto Gian Carlo Capelli, il vicesindaco di Cerignale Giovanni Castelli e Marco Bergonzi, capogruppo del Pd in Provincia di Piacenza. E’ stato lui ad esternare tutta l’indignazione per una situazione definita insostenibile: “E’ indecoroso che i cittadini debbano utilizzare una strada del genere. Ne parliamo da anni ma siamo sempre al punto zero. Siamo qui, come atto dovuto – ha sottolineato Bergonzi – per denunciare la condizione di una infrastruttura oltre i limi della dedenza. Inoltre, come rappresentante piacentino, provo una sensazione di vergogna rispetto al versante ligure, dove hanno investito 44 milioni di euro per migliorare la strada, avendo già superato lo stato di emergenza”.
E ha poi ricordato l’importanza dell’arteria viabilistica: “Questa strada è l’ultima via che collega l’Europa al Mediterraneo. E poi vogliamo pensare a Expo 2015? Vivere in montagna oggi è un atto di eroismo quotidiano. Siamo pronti a incatenarci per ripristinare la sicurezza, perché non succedano più tragedie come quella di Fabio Solari”. Fabio Solari, appunto, il 45enne di Zoagli che è diventato, suo malgrado, il simbolo della protesta. Nel 2007, il 45 enne, venne infatti colpito da un masso in caduta, mentre percorreva la Statale 45 con la propria jeep tra Marsaglia e San Salvatore. Troppo gravi le ferite riportate alla testa e inutile il ricovero all’ospedale di Bobbio per una morte che non lasciò indifferente l’opinione pubblica. “Come possiamo andare avanti così? – si è chiesto ancora Roberto Lucà -, quando abbiamo l’intera Valboreca chiusa al transito e due frane che rischiano di isolare Ottone. Senza contare i pericoli lungo il percorso”. La Statale 45 non è comunque, come si è capito dall’esasperazione di chi ha manifestato, una novità per Anas o i politici che si sono susseguiti nel tempo.
L’ultima promessa mancata è stata quella del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi il quale, nel luglio dello scorso anno, si impegnò ad un sopralluogo utile allo sblocco dei progetti già approvati per rimettere in sicurezza la zona. Ma, prima l’incontro venne ostacolato dalla tragedia in Irpinia (la caduta di un pullman da un viadotto che causò 38 morti e 19 feriti), poi cadde nel dimenticatoio. E così, a sei mesi di distanza, ancora nessun finanziamento è stato previsto. “Una tragedia come quella di Solari può accadere ancora – ha aggiunto più di un cittadino aderente all’associazione XXV Aprile ottonese -, non si può aspettare che frani tutto per avere i finanziamenti ma mettere in sicurezza prima che avvenga di nuovo”.