Nunzia De Girolamo fuori dal governo. In una nota, afferma: “Mi dimetto da Ministro. L’ho deciso per la mia dignità: è la cosa più importante che ho e la voglio salvaguardare a qualunque costo. Ho deciso di lasciare un ministero e di lasciare un governo perché la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare perché era suo dovere prima morale e poi politico. Non posso restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità”. Convocata a Montecitorio per rispondere alle interrogazioni urgenti di Pd e Nuovocentrodestra, dopo lo scandalo all’Asl di Benevento, non aveva trovato al suo fianco né collega di partito Angelino Alfano, né il premier Enrico Letta. Il 4 febbraio si sarebbe dovuto discutere la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle.
“Stronzi, qui a Benevento comando io“. La voce della De Girolamo viene registrata segretamente nel 2012 dall’ex funzionario dell’Asl, quando la futura ministra aveva riunito i vertici dell’Asl di Benevento a casa di suo padre per discutere dell’appalto del 118 e di nuove sedi ospedaliere, e minacciava ritorsioni sui manager sgraditi del Fatebenefratelli, come ha anticipato Il Fatto Quotidiano.
“Sono vittima di un complotto”: si era difesa così in un’aula semivuota, a differenza dell’audizione in Parlamento di Annamaria Cancellieri, dopo l’affaire Ligresti.”Vengo qui a dirvi che mai ho violato la Costituzione – aveva detto davanti ai deputati-. La mia vita di politico, di persona e di donna è stata travolta da un linciaggio e un accanimento senza precedenti. Il mio unico patrimonio sono la mia dignità e la mia famiglia. Il riserbo dei primi giorni è stato scambiato per imbarazzo. E invece era solo rispetto per il lavoro della magistratura. Sono stata vittima di una vicenda surreale, ma non ho mai abusato della mia posizione”. La De Girolamo non è indagata, ma durante l’inchiesta della procura sono emerse intercettazioni (private) e riunioni di quello che il gip ha definito “direttorio” guidato proprio dall’esponente del Nuovo Centrodestra.
Il governo Letta – La De Girolamo viene nominata ministro delle Politiche Agricole il 28 aprile 213. Il 16 novembre 2013, con la fine del Popolo della Libertà e il rilancio di Forza Italia, aderisce al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano, voltando le spalle a Silvio Berlusconi. Ed è proprio un collega di partito, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi il primo a commentare le sue dimissioni: “Mi dispiace perdere un ottimo ministro, ma so che guadagneremo in ruoli di grande responsabilità una risorsa enorme e tanta energia e passione per l’affermazione del Nuovo Centrodestra”. Il governo Letta perde dunque il secondo membro dell’esecutivo, dopo Josefa Idem. Un gesto che semplifica anche la strada per il rimpasto di governo, dove il Nuovo Centrodestra era sovradimensionato, ma apre anche la via per il ritorno in Forza Italia.
La biografia – Dopo la laurea in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma, si avvicina alla politica e a Forza Italia in occasione della campagna elettorale delle Europee del 1999. Poi l’incontro con Berlusconi: nel 2007 diventa coordinatrice del partito a Benevento. Nel 2008, su espressa volontà dello stesso Berlusconi, viene candidata alle politiche nelle liste del Popolo delle Libertà come numero 7 e viene eletta in Parlamento. La De Girolamo fa parte del gruppo delle così dette ‘Amazzonì, deputate giovani e di bella presenza che nell’intento del Cavaliere dovrebbero dare una svolta al partito e alla politica italiana. In Parlamento la futura ministra conosce Francesco Boccia, deputato pugliese del Pd, con cui si sposa il 23 dicembre del 2011. Proprio il legame con Boccia, uno dei fedelissimmi di Enrico Letta, le apre le porte del governo.