A fare i conti, è Michele De Luca, presidente del Centro Medicina Rigenerativa di Modena e tra i primi scienziati italiani, insieme a Elena Cattaneo e Paolo Bianco ad aver criticato il metodo proposto da Davide Vannoni. Il trattamento Stamina costerebbe al Ssn quanto la manovra “lacrime e sangue” proposta dal duo Berlusconi-Tremonti nel 2011: “45 miliardi, se si considera il numero di malattie rare in Italia (in totale 1,5 milioni di pazienti), alle quali Davide Vannoni (il fondatore di Stamina Foundation, ndr) dice di poter applicare le staminali mesenchimali (del midollo osseo, ndr)”. “L’Italia è all’avanguardia nella ricerca sulle staminali, e la storia Stamina rischia di creare sfiducia in un campo che invece andrebbe salvaguardato”, spiega il ricercatore. La cifra stimata da De Luca occuperebbe quasi metà del fondo sanitario stanziato per il 2014 (il Patto per la Salute, presentato dal ministro Lorenzin prevede un budget di 109,92 miliardi. Manca ancora il decreto) e comprende anche il costo per la creazione di laboratori a norma di legge, secondo le norme Gmp (Good Manufactoring Practise), che secondo Vannoni non possono essere applicate al suo trattamento. Siamo entrati nel laboratorio diretto dal prof. De Luca, che da anni lavora con le cellule staminali epiteliali di Francesca Martelli
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