Illustrissimo Signor Presidente dell’Inps, Mastrapasqua, seguiamo con attenzione le vicissitudini giudiziarie che La chiamano in causa in queste ore.

Lo facciamo, perché quando con la legge di stabilità è stato presentato dalle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice, l’emendamento composto di sette punti riguardanti finalmente la sistemazione delle vittime in base alla legge 206 del 2004, abbiamo sperato e ne eravamo convinti, che dopo 10 anni di lungaggini, finalmente i nostri invalidi all’80% della capacità lavorativa (che nel caso della nostra Associazione sono solo uno), la nostra attesa fosse giunta ormai al traguardo.

No, non è stato così, la legge di stabilità si è occupata sì delle vittime del terrorismo, ma con una nuova “piccola” discutibile norma. Una nuova norma, non a completezza della legge 206 del 2004, ma con una novità rivolta alla sola platea di parenti delle vittime del terrorismo che si sono sposate anche dopo l’evento stragista. Tutte quelle vittime di strage, invece, che nel corso di questi venti anni, non si sono sposate per ovvi motivi, e che oggi sono affidate alle cure dei parenti stretti della famiglia di origine, non fanno parte della platea riconosciuta in Stabilità 2014, insomma sono state in qualche modo penalizzate un’altra volta.

Una volta sono state penalizzate per non avere avuta la pensione subito come la legge 206 prevede e l’altra per aver visto chi si occupa di loro “tagliati via” in finanziaria 2014. Insomma una cosa al limite della costituzionalità quella che certe vittime invalide all’80% della capacità lavorativa per terrorismo eversivo hanno subito nella finanziaria 2014.

Ebbene nutriamo a tal proposito, il ragionevole dubbio, che la responsabilità possa essere stata tutta dell’Inps, la quale ancora una volta, primo non ha mollato, per paura di derive, sulle pensioni per i soggetti massacrati dai terroristi mafiosi, secondo potrebbe aver messo veti anche sulla platea dei parenti aventi diritto ai vitalizi in quanto familiari delle vittime del terrorismo.

Non abbiamo capito del perché di tanta ingiustizia, soprattutto non lo abbiamo capito, perché l’Inps l’istituto da Lei Presieduto, tutto sommato pensioni a vittime all’80% della capacità lavorativa coinvolte in eventi terroristici che al momento della strage non lavoravano, le concede già da lungo tempo. Oggi come tutti gli italiani, leggiamo i giornali, vediamo la tv e scopriamo che Lei dirigerebbe conducendole al meglio, ben 25 poltrone delle più ambite in Italia.

Siamo stati vittime del terrorismo eversivo tutto italiano, e abbiamo imparato presto a non fidarci quando una persona viene sovraesposta mediaticamente sulla stampa e sui media in generale, non amiamo le condanne a mezzo stampa, ma bensì da 20 anni frequentiamo i tribunali, detto questo una riflessione ce la siamo posta però e ci siamo detti: se è vero che il Presidente dell’Inps ha dato parere sfavorevole per risolvere il problema degli invalidi all’80% della capacità lavorativa delle stragi eversive forse è solo perché ha troppe cose da seguire, le segue male e non ha capito quale era lo spirito della legge 206 del 2004.

Vogliamo quindi fortemente auspicare sia così, e che a breve Lei risolva questo “contenzioso” drammatico in essere fra le vittime della strage di via dei Georgofili e l’Inps. E risolva il tutto prima di quel 9 maggio prossimo venturo – giornata delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice – che mira ancora una volta a promuovere illusioni a puro scopo politico governativo, salvo poi il 10 maggio lasciarci nuovamente in brache di tela come ormai da nove anni.

Vede, Signor Presidente, i giornali oggi La descrivono come l’uomo più potente d’Italia e noi mi creda siamo i più piccoli in assoluto in Italia – altrimenti non ci avrebbero massacrato in via dei Georgofili la notte del 27 Maggio 1993 – quindi ce lo dimostri di essere potente nel bene per tutti noi, altrimenti quelle 25 sedie ad alto livelloche Lei occupa, noi saremmo costretti a leggerle non solo come qualcosa che La rende così tanto oberato di lavoro da non poter rivolgere l’attenzione anche verso di noi, ma soprattutto come un potere il Suo, che Le è stato dato per finalità ben precise.

Non vogliamo insomma, assolutamente pensare che Lei possa gestire una ventiseiesima sedia, “istituita” per chi come noi è capitato nel terrorismo eversivo del 1993 in via dei Georgofili a Firenze, messo proprio in atto anche per favorire a livello della massima dirigenza la gestione di troppe sedie, ovvero di troppi incarichi importanti nelle mani di uno stesso uomo.

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