Oltre al danno la beffa. Ogni anno gli evasori fiscali riescono a ottenere 2 miliardi di euro in servizi sociali, pari al 20% dei 10 miliardi distribuiti con l’Isee ai nuclei familiari. E’ quanto emerge da un’analisi di Lef, Associazione per la legalità e l’equità fiscale, dedicata agli effetti dell’evasione sull’Isee. I contribuenti che non pagano correttamente le imposte, osserva Lef, “oltre a non concorrere a sostenere le spese dello Stato, ottengono un vantaggio nell’accesso ai servizi erogati in base all’Indicatore della situazione economica equivalente”.

Quindi grazie all’evasione, queste persone, “scavalcano nelle graduatorie i contribuenti che dichiarano correttamente”. Secondo le simulazioni dell’associazione con una evasione di 10.000 euro si riesce ad ottenere un vantaggio che può arrivare fino al 70% rispetto a chi, nella identica situazione familiare e reddituale, dichiara tutto. Dallo studio di Lef emerge che l’ammontare del reddito evaso incide proporzionalmente sul valore dell’indicatore con un vantaggio competitivo illegale che diminuisce all’aumentare della componente patrimoniale. Nel caso di una famiglia con due figli minori e un reddito complessivo di 31.600 euro il vantaggio, con una evasione di 10.000 euro, va dal 45% in presenza di un patrimonio basso al 18% con un patrimonio più consistente. In pratica, considerando lo stesso reddito e la stessa evasione, una famiglia in affitto con un patrimonio mobiliare di 8.000 euro ha un Isee quasi dimezzato, mentre con un patrimonio mobiliare di 40.000 euro ha un vantaggio illegale del 31%.

Lo stesso nucleo se ha una casa di abitazione di 57.000 euro e un patrimonio mobiliare di 8.000 euro con 10.000 euro di evasione ha un vantaggio illegale del 34%, mentre se il patrimonio mobiliare sale a 40.000 euro il vantaggio scende al 25%. Con una abitazione di 171.000 euro e un patrimonio mobiliare di 8.000 euro il vantaggio scende al 22%, mentre aumentando il patrimonio mobiliare a 40.000 euro il vantaggio si attesta al 18%.

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