Avevo molti pregiudizi su Braccialetti Rossi, la nuova fiction di RaiUno andata in onda ieri sera e che racconta le vicende di alcuni ragazzini ricoverati in un reparto pediatrico.
Ebbene, i pregiudizi si sono trasformati, nel tempo record di trenta minuti, in solidi giudizi con cognizione di causa. Braccialetti Rossi è inguardabile, un pessimo prodotto televisivo, una fiction che conferma la sostanziale incapacità tutta italiana nell’affrontare il genere.
Innanzitutto la trama è vista e rivista, con ammiccamenti al drammone per far piangere e affezionare lo spettatore. E poi i giovani “attori”, santo cielo, recitano decisamente peggio di Manuelona Arcuri in una delle sue peggiori interpretazioni. Ed è tutto dire.
Dopo trenta minuti, dunque, ho cambiato canale. Inorridito. Deluso. E soprattutto arrabbiato. Sì, perché è incredibile l’approccio vecchio, stantio e dilettantistico della Rai (ma Mediaset non è messa meglio, anzi) nei confronti della fiction.
Per fortuna, perché è una grande fortuna, internet e il satellite ci permettono di seguire le serie americane o inglesi, quelle sì veri e propri capolavori televisivi, fuggendo a gambe levate dalla produzione nostrana. Ma l’alternativa internazionale non deve farci rassegnare, nossignore. Bisogna pretendere, e sottolineo pretendere, qualità e originalità anche da noi. Qualora sceneggiatori, registi, autori e dirigenti italiani non ce la facciano (e sembra che non ce la facciano proprio), allora chiediamo una moratoria a tempo indeterminato delle fiction italiane.
Non producetene più, per carità, se proprio non riuscite a sfornare qualcosa di decente. Perché non chiediamo la luna, non chiediamo Downton Abbey o Breaking Bad, American Horror Story o The Walking Dead. Ma tra questi capolavori e Braccialetti Rossi, santa miseria, ci sarà pure una via di mezzo, no?
Spiace prendersela con Braccialetti Rossi e con i suoi giovanissimi “attori”, ma è la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. I telespettatori italiani, almeno quelli (e sono molti) che hanno una minima consapevolezza della qualità televisiva, sono stufi marci di accontentarsi delle avventure monoespressive di Arcuri e Garko o dei drammoni gerontofili di RaiUno.
Basta. Chiudete le fiction. Tutte. E se non volete trasmettere sui canali generalisti i capolavori americani, ripiegate dignitosamente sulle repliche del Commissario Maigret o de La Cittadella. Apprezzeremmo molto. Sul serio.