Come ogni 27 gennaio, anche oggi si celebra la “Giornata della Memoria”. Si ricordano le agghiaccianti e atroci persecuzioni naziste. Si commemorano milioni di vittime innocenti: uomini, donne e bambini brutalmente torturati ed eliminati dalla folle ferocia dell’Olocausto.
E oggi, 27 gennaio 2014, oltre mezzo secolo dopo quei fatti, in più parti del mondo atrocità e barbarie della stessa scriteriata matrice disumana vengono perpetrate. Per questo non basta ricordare. La memoria fine a se stessa non è utile a nessuno. Deve essere stimolo per far sbocciare una vera e forte cultura dei diritti e della dignità umana.
Il mio impegno al Parlamento Europeo è stato concentrato anche su questo: combattere ogni forma di discriminazione, odio, violenza, intolleranza.
In Italia si potrebbe cominciare dall’introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, crimine contro l’umanità al pari della Shoah. Anche dei provvedimenti del Ministero dell’Istruzione potrebbero rivelarsi utili: ad esempio l’obbligo, per i ragazzi delle scuole superiori, di una visita guidata ai campi di concentramento in cui quell’orrore fu realizzato e portato a termine.
Ho visitato l’ex campo di concentramento di Auschwitz nel 2010, con una delegazione di parlamentari europei: un’esperienza unica, paralizzante e stimolante allo stesso tempo. Trovarsi in quel luogo, dove morte e violenza sono state seminate quotidianamente, ha lasciato dentro di me un segno indelebile. Da quel giorno il mio modo di intendere la vita è profondamente cambiato. Per questo ritengo che i nostri studenti dovrebbero compiere lo stesso esercizio di consapevolezza: visitare quei luoghi insegna a cogliere il senso più nobile dell’essere umani, gli uni con gli altri e non gli uni contro gli altri! Ogni futuro adulto di questo Paese dovrebbe vedere con i propri occhi di quali raccapriccianti crimini è stato capace l’uomo. Si deve, e si può, fare di più e meglio.