“I conservatori non mollano, resistono, sperano nella palude ma l’Italia cambierà, dalla legge elettorale al lavoro. Questa è la volta buona”. L’ottimismo di Matteo Renzi, messo nero su bianco su un tweet domenicale, è apprezzabile ma contrasta con le trappole che in queste ore la palude del Parlamento italiano ha fatto scattare per evitare che qualcosa cambi. Sembra incredibile ma è evidente quanto il ventre molle della politica sia potente e rischi di stritolare anche il segretario del Pd che si illudeva con il suo neo decisionismo di poter accelerare gli eventi. In realtà i veti incrociati sembrano prevalere: la minoranza del Pd punta alle preferenze dopo averle combattute per decenni.

Renato Brunetta minaccia elezioni, pur sapendo che senza il nuovo centro destra Berlusconi le perderebbe, Alfano minaccia Berlusconi ricordandogli che il centro destra diviso andrebbe a sbattere, lo stesso Renzi minaccia sia Brunetta, sia Letta facendo capire ai suoi compagni di partito e di governo che se salta tutto si torna a votare. Il risultato di questi veti incrociati potrebbe essere quello classico: le riforme finiscono nei cestini del Parlamento, come è avvenuto in passato e si torna a votare con questa legge elettorale in una prospettiva di eterne larghe intese e dunque eterno immobilismo della politica italiana. Uno scenario da brivido che creerebbe instabilità politica e guasti pesanti all’economia.

Entro stasera si dovrebbe capire se prevarrà la palude o il decisionismo di Matteo Renzi. Dalla sua il leader del Pd ha un argomentazione molto forte: se saltasse l’accordo politico istituzionale, il vero vincitore della partita non sarebbe né il Pd né Forza Italia ma sarebbe ancora una volta Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, che sta osservando con attenzione l’evolversi degli avvenimenti, avrebbe tutte le ragioni di denunciare l’ennesima insipienza del sistema politico italiano, la sua incapacità di cambiare anche di poco gli attuali assetti istituzionali per non perdere privilegi atavici. Grillo potrebbe scrivere decine di post per rivendicare la sua diversità, la scelta di non sporcarsi le mani e dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto è devastante la crisi della politica e della classe dirigente. E in caso di nuove elezioni ci sarebbero tutte le condizioni per un nuovo grande successo elettorale del movimento fondato da Beppe Grillo. Forse queste argomentazioni spingeranno il sistema partiti a procedere sulla strada proposta da Matteo Renzi ma non è detto che i partiti abbiano questa lucidità politica.

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