In Commissione alla Camera arrivano 318 emendamenti, ma in serata la minoranza democratica accetta la richiesta del segretario di cancellare quelli su preferenze, maggioritario e altri punti che avrebbero smontato l'impianto del testo frutto dell'accordo con Berlusconi. Forza Italia smentisce il patto per aumenntare al 38% la soglia per ottenere il premio di maggioranza. L'M5S punta al proporzionale dopo la consultazione online e chiede l'introduzione della "preferenza negativa"
Matteo Renzi mette in riga il Pd. Dai democratici sono arrivati 36 emendamenti, la maggior parte dei quali destinati a minare nelle fondamenta la legge elettorale voluta dal segretario e da Silvio Berlusconi, con la reintroduzione delle preferenze o il ritorno secco al maggioritario. Il tempo di arrivare a sera e vengono ritirati tutti tranne tre (di impatto limitato rispetto all’impianto generale): “Per andare avanti nella trattativa con Forza Italia, Matteo Renzi ha chiesto stasera ai membri della commissione Pd il ritiro tecnico degli emendamenti tranne sui tre punti su cui Fi ha aperto”, spiega il bersaniano Alfredo D’Attorre. E la minoranza ha accettato “perché così si può andare avanti per migliorare la legge”.
Nel frattempo, sempre in serata, è stato dato per certo l’accordo personalmente stretto fra Renzi e Denis Vedini in base al quale Forza Italia avrebbe accettato una soglia più alta – il 38% invece del 35 – per ottenere il premio di maggioranza. Ma l’esistenza dell’accordo è stata smentita in rapida successione da Daniela Santanchè (“Smentisco ufficialmente”) e da Renato Brunetta (“Nessuna intesa”). “Sono false le notizie circa una modifica al rialzo della soglia del 35% per assegnare già al primo turno il premio di maggioranza”, sigilla infine il diretto interessato Verdini. E martedì potrebbe esserci un nuovo incontro tra Renzi e Silvio Berlusconi. A saltare, invece, è la seduta della Commissione affari costituzionali che avrebbe dovuto iniziare a votare gli emendamenti dalle 21 di lunedì, rinvata alle 8.45 di martedì mentre i nodi di sostanza venivano affrontati altrove.
Insomma, la giornata in cui la discussione in parlamento dell’Italicum è entrata nel vivo con la presentazione degli emendamenti (318 in tutto) è finita nel caos. In serata, al termine di una riunione tra matteo renzi e i rappresentanti del Pd in Commissione, sono stati ritirati tutti gli emendamenti democratici più scomodi per Renzusconi. Così la trattativa tra Pd e Fi restaaperta su tre punti: innalzamento della soglia per il premio di maggioranza dal 35 al 38%,primarie facoltative per legge (sic) e delega al governo per disegnare i collegi.
Reintrodurre le preferenze. Lo chiedeva per esempio un emendamento del Pd alla legge elettorale “Italicum” di Renzi e Berlusconi depositato in Commissione affari costituzionali alla Camera. Ma senza alcuna firma di esponenti renziani. “Ciascun elettore può esprimere nelle apposite righe stampate accanto al contrassegno della lista scelta ai fini dell’attribuzione dei seggi in ragione proporzionale, uno o due voti di preferenza apponendo un segno sul nome di non più di due candidati”, si legge nel testo firmato da Rosy Bindi. Le due preferenze devono tassativamente “riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista“. E’ ancora Bindi a chiedere di alzare dal 35 al 38% la soglia per ottenere il premio di maggioranza. Un’altra strada per reintrodurre le preferenze sono i collegi uninominali, proposti ancora dal Pd con un emendamento firmato da Alfredo D’Attorre.
Sono in tutto 318 gli emendamenti depositati in Commissione. Il Nuovo centrodestra ha presentato 11 emendamenti, tra i quali diverse proposte per superare le liste bloccate: preferenze, collegi uninominali e un sistema misto di preferenze e collegi. Per quanto riguarda i partiti più piccoli, Ncd chiede che venga introdotta una norma per il calcolo dello scorporo in modo che siano conteggiati anche i voti di chi non supera la soglia del 5 di sbarramento per i partiti in coalizione. Infine, Ncd chiede anche di reintrodurre la possibilità di candidature multiple, esclusa dal testo base dell’Italicum. Forza Italia ha presentato 19 emendamenti, nessuno dei quali per la reintroduzione delle preferenze.
Una sessantina di emendamenti è stata presentata dal Movimento 5 Stelle: trenta per modificare la parte dell’Italicum che disciplina il sistema di voto per la Camera, trenta sul sistema di voto per il Senato. I 5 Stelle chiedono di reintrodurre le preferenze e puntano a modificare soglie di sbarramento e premio di maggioranza: gli aspetti del testo base che presentano, a loro parere, “grossi dubbi di costituzionalità”. L’obiettivo è “portare la proposta di legge elettorale” nata dall’accordo tra Pd, FI e Ncd, “verso un proporzionale puro“, secondo quanto emerso dalla prima consultazione on-line tra gli iscritti al Movimento. Alcune delle proposte di modifica sono mutuate dalla proposta di legge sul modello svizzero-spagnolo depositata dal gruppo alla Camera, a prima firma Toninelli.
In mezzo a una giungla di dettagli tecnici su sistemi, collegi, scorpori, spicca per originalità proprio un emendamento dei Cinque Stelle che mira a introdurre la “preferenza negativa“: “Vale a dire che ai cittadini – spiega all’Adnkronos il deputato Danilo Toninelli, primo firmatario – viene data la possibilità di cancellare i candidati che non piacciono. Con questo sistema si dà ancora più potere agli elettori, che in questo modo possono creare una loro lista”. E, secondo Toninelli, “si superano le criticità delle preferenze, ovvero il rischio di voto scambio e clientelare”.