“Se si affossa” la legge elettorale “è difficile pensare a uno spazio di speranza per questa legislatura. Ma io sono ottimista”. Più che una previsione, le parole del segretario del Partito democratico Matteo Renzi suonano come un ultimatum ai detrattori (soprattutto interni al suo partito) dell’Italicum. Il sindaco di Firenze si è soffermato sulla proposta della nuova legge elettorale che mercoledì approderà alla Camera, durante un incontro a Palazzo Vecchio. Ma ad allentare la tensione è il premier Enrico Letta: “Sono fiducioso che l’iniziativa dei principali partiti sulla legge elettorale e sulla fine della zavorra del bicameralismo perfetto, in particolare del mio, possa arrivare a risultato positivo che rafforza il governo. Se c’è accordo il più felice sono io“.
Il sindaco di Firenze, che dopo la conferenza stampa si è precipitato alla stazione per raggiungere Roma, ha aggiunto: “Questa legge elettorale non può saltare per uno 0,5”. Oggi è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione affari costituzionali della Camera: ne sono arrivati 318, e proprio la minoranza Pd ha scritto le proposte di modifica più radicali, dall’introduzione delle preferenze al passaggio al maggioritario.
Il segretario dem assicura: “Ci confronteremo su tutti, lo scopo è trovare un accordo complicato ma possibile”. Al suo partito chiede di “prendere il buono che viene dalle forze politiche”. Perché l’obiettivo finale è che “le modifiche siano condivise“, e che la nuova legge elettorale venga portata a casa. “Vanno bene gli emendamenti, ma con la consapevolezza che arriva dal fatto che gli italiani sono a un bivio straordinario”. “Per otto anni si è discusso – ha aggiunto – e in una settimana c’è stata una grande accelerazione”.
Il promotore dell’Italicum non teme gli oppositori: “A chi vuole metterci i bastoni fra le ruote, diciamo che noi andiamo avanti belli decisi”. E chi dice che la legge presentata è come il Porcellum “vive sulla luna”. Poi ha ricordato i punti di forza della proposta: “Ci sarà sempre una forza che vince, e che viene rafforzato il rapporto fra cittadino ed eletto”. Per il sindaco di Firenze una buona legge elettorale e il taglio dei costi della politica, guardati con interesse anche dalla politica internazionale, valgono “più di una legge finanziaria perché dà quel seno di stabilità che oggi manca all’Italia”. I due punti ricevono anche il sostegno del presidente del Consiglio Letta, che a margine del vertice Italia-Spagna, ha detto: “Conto che queste due scelte che sostengo, la nuova legge elettorale e la fine del bicameralismo perfetto, rendano l’Italia più forte” in Europa.
Ed è lunga la lista di emendamenti emendamenti presentata dalla minoranza Pd, d’intesa con il partito, in commissione Affari costituzionali della Camera. Almeno una trentina secondo Emanuele Fiano, capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali della Camera. Tra i circa 35 emendamenti vengono toccati tutti i temi al centro del dibattito di questi giorni, e quindi non solo le preferenze, ma anche le diverse soglie, compresa quella del 35% per evitare il secondo turno. Lo ha detto , parlando con i cronisti alla Camera. Fiano ha ribadito che gli emendamenti sono “trasversali” e riguardano l’introduzione delle preferenze, l’adozione di collegi uninominali anziché quelli plurinominali, mentre un altro emendamento introduce le primarie per legge per selezionare i candidati.
Tra le proposte di modifica, una abbassa dal 5% al 4 la soglia minima di sbarramento per accedere alla assegnazione dei seggi, ed una che fa scendere dall’8% al 6% quella per i partiti che si presentano da soli e non coalizzati. Inoltre c’è un emendamento tecnico che risolve il caso in cui una coalizione supera la soglia del 12%, ma nessuno dei partiti coalizzati supera quella di sbarramento del 4%. Infine un emendamento innalza dal 35 al 38% la soglia che consente di avere il premio di maggioranza senza bisogno del secondo turno, ed un altro che la porta al 40%. “Un miglioramento della legge – ha detto Fiano – non solo è possibile, ma anche auspicabile”. In ogni caso il confronto sui vari emendamenti “non dipende solo dal singolo deputato o dal gruppo parlamentare, ma anche dal quadro politico”.
“Renzi dice che bisogna andare fino in fondo e ora, con gli emendamenti che abbiamo presentato, si capisce che non vogliamo sabotare l’accordo ma dare la forza al segretario per riuscire a correggere alcuni sbagli del testo base, in primis le liste bloccate che nel 2014 non possono esistere”. Così il bersaniano Alfredo D’Attorre ha commentato lo il senso degli emendamenti presentati.
Ma la posizione Forza Italia, secondo quanto viene riferito la posizione dei deputati membri della commissione Affari costituzionali, è quella di non apportare alcuna modifica al testo frutto dell’accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Eventuali aggiustamenti, spiegano, devono essere concordati con il Partito democratico. Ribadito inoltre il no del gruppo all’introduzione delle preferenze.
Anche l’M5S ha presentato una sessantina di emendamenti, con l’obiettivo di un ritorno al proporzionale. L’Italicum è “la replica peggiorata del Porcellum”, scrive sul blog Beppe Grillo. E allora “qualcuno (c’è qualcuno al Quirinale?) deve far capire a chi non è capace di intendere e di volere che non si può ripresentare una legge con le stesse porcherie del Porcellum senza preferenze e con un premio di maggioranza abnorme. E vociare che se non si è d’accordo con loro, con il pregiudicato Berlusconi e il condannato Renzie, entrambi extraparlamentari, minacciare sfracelli. Le leggi si fanno in Parlamento”.