Scontro in più match tra Andrea Scanzi e Annalisa Chirico, firma di “Panorama”, durante la trasmissione “Otto e mezzo”, su La7. Il primo atto della polemica si registra a proposito dell’assoluzione di Claudio Scajola dall’accusa di finanziamento illecito. A riguardo, il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” spiega con dovizia di dettagli la sentenza di proscioglimento, definita da lui stesso “curiosa”, perché “il fatto c’è, ma non costituisce reato”. Annalisa Chirico parla di “campagna di lapidazione mediatica a danno di Scajola”. L’atmosfera si riscalda quando il direttore di “Europa quotidiano”, Stefano Menichini, osserva che la verità giudiziaria non corrisponde necessariamente alla verità storica. “Questo lo facevano su Enzo Tortora” – afferma la Chirico – “Dobbiamo attenerci a quello che fanno i magistrati, altrimenti è un discorso pericoloso“. Non ci sta Scanzi, che ribatte: “In effetti, mi chiedevo chi avrebbe utilizzato il jolly Tortora e vedo che dopo 30 secondi già l’ha usato la Chirico. Finitela nel centrodestra, ogni volta che dovete aggrapparvi al vostro cosiddetto garantismo, di citare Tortora, che non c’entra niente“. “Io sono una sua collega”, precisa la Chirico. “Non credo di essere suo collega”, controbatte Scanzi. La bagarre riprende tra i due giornalisti sulla nuova legge elettorale, definita da Scanzi “schifezzinum”. Se per la giornalista di “Panorama” Renzi segna una svolta, a dispetto del “grillismo privo di pragmatismo politico“, per la firma de “Il Fatto Quotidiano” il leader del Pd, che “piace a Lele Mora, al centrodestra e a Flavio Briatore“, “ha il decisionismo di Craxi e il personalismo di Berlusconi, senza avere la forza politica e strategica di Craxi, né il talento e il genio del male di Berlusconi“. Inevitabile lo scontro sul Cavaliere. La Chirico, che parla di “forcaiolismo”, ammonisce: “Questa immagine di Berlusconi come uno spregiudicato criminale peggio di Al Capone infervora determinate penne di determinata stampa, però non convince gli elettori se alle ultime elezioni ha preso quasi 7 milioni di voti. Forse non è proprio così. In Italia ormai il linguaggio si sta davvero imbarbarendo: un condannato non è un reietto sociale“. Scanzi replica: “E’ messo davvero male il garantismo, se siamo ridotti così. Anche se passo per forcaiolo, nel passare da padri costituenti come Pietro Calamandrei a condannati come Silvio Berlusconi a me si accappona la pelle” di Gisella Ruccia

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