A fare le spese delle incognite "sulle competenze e le risorse economiche a disposizione degli enti" saranno 3.600 utenti soli che hanno fino ad ora usufruito del servizio di aiuto a distanza e pronto intervento
Quando prima di Natale si è trovato in casella una busta della Provincia di Milano, qualcuno ha pure pensato che questa volta l’ente facesse addirittura gli auguri per le feste. E invece no. La lettera portava una brutta notizia. Il servizio di teleassistenza utilizzato nel milanese da 3.600 anziani non verrà più fornito dall’1 febbraio in poi. Gli utenti, di solito persone ancora autosufficienti ma in casa da sole, non potranno più contare 24 ore su 24 su operatori pronti a dare consigli e a fare intervenire un’ambulanza o le forze dell’ordine in caso di emergenza segnalata con un piccolo telecomando appeso al collo. E anche, perché no, pronti a fare un po’ di compagnia con chiamate periodiche in cui chiedere ogni tanto “come va?”.
Era anche così che diversi utenti venivano avvisati dell’aumento in zona delle truffe agli anziani, oppure dell’arrivo di una nuova emergenza caldo. Ma fra pochi giorni non se ne farà più nulla. La decisione dell’ente guidato da Guido Podestà, si legge nella missiva inviata agli utenti e ai 122 comuni dove era presente il servizio, dipende “dalle incertezze di legge sul proseguimento o meno delle Province e sulle competenze che questi enti dovranno avere e dalle risorse economiche a disposizione della Provincia che sono sempre più ridotte”. Insomma, Palazzo Isimbardi non è più riuscito a mettere a bilancio i 700mila euro necessari ogni anno per finanziare la teleassistenza. Ma il Pd provinciale, che a settembre aveva fatto inserire a bilancio più di 200mila euro per garantire il servizio fino a fine gennaio 2014, non ci sta e accusa l’assessore alle Politiche sociali, il leghista Massimo Pagani, di non essersi mosso in tempo per trovare un’altra soluzione insieme ai comuni, alla società che ha l’appalto e alle realtà del terzo settore interessate.
“E’ inaccettabile che l’assessorato in questi mesi non sia stato in grado di definire un’alternativa – accusa la consigliera Diana De Marchi -. E non abbia nemmeno dato ai cittadini il tempo di organizzarsi, una volta terminata la teleassistenza. Il servizio, finora gratuito, è sempre stato molto apprezzato sia dagli anziani, che dalle loro famiglie. Molti di loro probabilmente sarebbero stati disponibili a versare un contributo in base alle fasce Isee”. Dieci giorni fa il Pd, insieme alla lista Un’altra Provincia-PRC- PdCI e alla lista Penati, ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore. Dal canto suo, Pagani promette a ilfattoquotidiano.it: “La teleassistenza verrà sospesa solo temporaneamente, per pochi mesi, in attesa di una ridefinizione del servizio in collaborazione con l’Anpas (Associazione nazionale delle pubbliche assistenze)”. Intanto però, tra una settimana, molti anziani si vedranno staccare la spina dei loro apparecchi.
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