Il boia Napolitano sta avallando una serie di azioni per cucire la bocca all’opposizione e tagliarci la testa”. La frase del deputato 5 Stelle Giorgio Sorial ha fatto rabbrividire in molti. “Una provocazione dettata dalla situazione”, diranno i suoi. Ma il timore che l’autogol sia più grande del vantaggio è già una certezza nei corridoi di Montecitorio. “C’è una violenza nei confronti delle opposizioni”, ha spiegato il cittadino eletto. Del resto non è la prima volta che Sorial pronuncia parole forti davanti a colleghi e giornalisti e spesso è stato preso a esempio dagli altri parlamentari per il “modo diretto di dire le cose come stanno”.

Il 19 dicembre scorso ha paragonato il ministro per gli Affari con il Parlamento al celebre traghettatore nel mondo dei morti cantato anche da Dante Alighieri: “Franceschini è il Caronte che passa tra la Camera e il Senato e nell’Ade parlamentare chiede la fiducia, dicendo sì alle lobby e no ai cittadini”. L’intento era contestare la presunta influenza di poteri estranei al bene collettivo sulla legge di stabilità. Pochi giorni dopo sarà lo stesso deputato in Aula ad alzare un cartello con il volto del lobbista Luigi Tivelli, denunciandolo apertamente: “A decidere in Parlamento”, aveva detto nel suo discorso, “non sono i ministri, né i segretari di partito. Sono i lobbisti. Noi oggi denunciamo questi fatti in aula e come furono cacciati i mercanti dal Tempio saranno cacciati i lobbisti”. Parole dure che Sorial aveva pronunciato anche durante l’approvazione del ddl sul bilancio dello Stato per il 2014: “Il Pd continua a dire balle. Porcellini del porcellum che votate lo schifo della legge di stabilità: raccontate fregnacce. Avete eletto segretario Renzi: evidentemente sentivate la mancanza di Berlusconi e adesso abbiamo Renzusconi. Dite di avere le palle? Ma non d’acciaio, di sterco”.

Deputato del 1983, Sorial è nato a Brescia da genitori egiziani. Prima di entrare in Parlamento era un libero professionista e insegnante di materie tecniche. Ingegnere di formazione, ha studiato per un master al Trinity College di Dublino in Irlanda. Sensibile al tema immigrazione, si era schierato a favore dell’abrogazione del reato di clandestinità. “A scuola sono sempre stato il figlio di immigrati guardato storto solo perché avevo una sana voglia di imparare”, diceva prima di essere eletto. Conosciuto per essere vicino alla linea ufficiale di Grillo e Casaleggio, sulla contestazione dell’immigrazione aveva deciso di esprimere il suo dissenso: “I motivi dell’emigrazione sono altri”.

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